A dieta contro l’ictus

Un taglio drastico alle calorie e una dieta equilibrata. Una ricetta semplice ma efficace per prevenire ipertensione arteriosa e placche aterosclerotiche nelle arterie, causa di malattie cardiovascolari e di ictus. Lo conferma uno studio condotto alla Washington University di St. Louis e pubblicato nella versione online del Proceedings of the National Academy of Sciences. La ricerca ha coinvolto 18 persone che volontariamente si sono sottoposte a un regime di restrizione calorica per un periodo medio di sei anni. Le loro analisi sono state confrontate con quelle di un altro gruppo di 18 persone, reclutate secondo gli stessi canoni di età, salute ed estrazione sociale. I secondi, però, nello stesso intervallo di tempo hanno seguito una dieta standard, stile americano. I risultati parlano chiaro: tutti i maggiori indici di rischio cardiovascolare sono sistematicamente e notevolmente più bassi nel primo gruppo. Dai livelli di colesterolo ai trigliceridi, dalla pressione sanguigna allo spessore dei materiali che si depositano nelle pareti arteriose. I volontari a restrizione calorica hanno un’età compresa fra i 32 e gli 85 anni, ma godono di una salute che in termini valori clinici ha poco da invidiare a un giovane di 20 anni. Il confronto con i coetanei del gruppo di controllo è schiacciante. Ma non solo. Alcuni dei soggetti avevano a disposizione esami di laboratorio svolti prima di iniziare la dieta, che testimoniano un netto miglioramento progressivo nel corso della restrizione calorica. “Lo studio smentisce quella che appare come un’ineluttabile legge di natura, che ci sia una proporzionalità diretta tra l’avanzamento dell’età e la maggiore probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari”, spiega Luigi Fontana, primo autore dello studio e attualmente ricercatore presso il dipartimento di sanità alimentare dell’Istituto superiore di sanità (Iss). “Certo non è possibile prevedere di quanto siano migliorate le aspettative di vita dei 18 volontari, ma è certo che hanno ridotto in modo drastico il rischio di occlusione arteriosa, diabete o ipertensione. Tutte condizioni che spesso precedono l’insorgere dell’infarto al miocardio o di ictus celebrale”. Negli ultimi decenni l’incidenza delle malattie cardiovascolari nei paesi occidentali è aumentata in modo allarmante. In Italia tali patologie rappresentano la prima causa di morte. E più cresce il numero degli obesi e delle persone in sovrappeso, più aumentano i casi. In questi soggetti, in particolare, il grasso corporeo in eccesso porta l’organismo a liberare in modo cronico sostanze che indicano un’infiammazione sistemica, come la proteina C-reattiva. Un campanello d’allarme che sembrerebbe giocare un ruolo chiave nello sviluppo della malattia aterosclerotica. Anche questa sostanza è stata trovata in concentrazioni significativamente più basse nel gruppo a dieta ipocalorica rispetto a quello di controllo. “Senza arrivare agli eccessi, può essere fondamentale ridurre l’apporto calorico giornaliero e contemporaneamente migliorare la qualità dei cibi che si mangiano, preferendo, a portate raffinate, frutta, verdura, legumi e piatti integrali ricchi di vitamine e antiossidanti”, ha commentato il ricercatore. Lo studio di Fontana è il primo ad aver mostrato gli effetti a lungo termine della restrizione calorica sugli uomini e, in particolare, a essere svolto su soggetti né obesi né sovrappeso. Centinaia di studi condotti su animali da laboratorio hanno dimostrato che la restrizione calorica assicura al massimo un prolungamento della vita del 30 per cento. Tuttavia si credeva che certi benefici fossero riscontrabili solo in individui giovani. Il lavoro di Fontana prova che questo vale anche negli uomini in età più avanzata.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here