Categorie: Società

Aereo Malaysia Airlines, si cerca nell’Oceano Indiano

I sistemi di comunicazione dell’aereo della Malaysia Airlines, scomparso lo scorso 7 marzo, avrebbero smesso di funzionare separatamente, escludendo così l’ipotesi di frantumazione catastrofica in volo. Ma non solo. Lo shutdown separato – a distanza di 15 minuti l’uno dall’altro –dei sistemi di comunicazione (il data reporting system e il transponder) potrebbe essere stato manuale e quindi intenzionale, come intenzionale sarebbe stata quindi la scomparsa dell’aereo diretto a Pechino con a bordo 239 persone. Le ultime rivelazioni sulla misteriosa fine del velivolo della Malaysia Airlines arrivano dalle dichiarazioni rilasciate da alcuni ufficiali americani ad Abcnews.

Ma queste non sono le uniche notizie che arrivano da oltreoceano. Infatti, poche ore fa, si era diffusa la voce che, sempre secondo alcuni esperti americani, dopo la scomparsa l’aereo avesse continuato ad agganciarsi ai satelliti per alcune ore, e che questa circostanza avrebbe portato ad ampliare le zone di ricerca nell’Oceano Indiano. Una notizia che avvalora l’ipotesi di una possibile virata ad ovest come racconta la Reuters.

Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa, infatti, alcuni radar militari malesi avrebbero intercettato un aereo non identificato (forse proprio l’MH370) muoversi attraverso vie normalmente percorse dai velivoli diretti verso il Medio Oriente e l’Europa, e che i movimenti erano quelli che ci si aspetterebbe da qualcuno con una qualche conoscenza delle rotte di volo. Queste intercettazioni, compiute con i radar militari, risalgono a circa 45 minuti dopo l’ultimo segnale (captato coi i radar civili) inviato dall’aereo.

Tali circostanze avrebbero spinto le autorità malesiane a chiedere nuovi dati radar alla Thailandia, all’Indonesia e all’India, allargando le ricerche più a ovest. Per questo, il cacciatorpediniere USS Kidd, con tanto di elicotteri a bordo, si starebbe dirigendo nella parte ad ovest dello Stretto di Malacca, verso il Mare della Andamane, già indicato dalle autorità malesi come sito di indagine, sebbene si tratti di un’area ben distante dal tragitto dell’aereo.

Si rafforzerebbe quindi l’ipotesi che l’aereo abbia continuato a viaggiare dopo essere scomparso dai radar: “E’ per questo che abbiamo esteso le ricerche”, ha commentato il ministro della difesa malesiano Hishammuddin Hussein, affermando che le foto diffuse (per errore) mercoledì dalle istituzioni cinesi, circa il possibile avvistamento di rottami dell’aereo, non fossero in realtà i resti cercati.

Via: Wired.it

Credits immagine: Schiefi/Flickr

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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