Dopo Oumuamua nel 2017, il nostro Sistema Solare ha (forse) un nuovo visitatore interstellare. E’ la cometa C/2019 Q4, che sta sfrecciando verso di noi a una velocità di 30 chilometri al secondo e verso la fine di ottobre potrebbe passare tra Marte e Giove. Secondo i ricercatori, la sua traiettoria è compatibile con quella di un oggetto che non orbita attorno al nostro Sole. Un’ipotesi che con le ultime osservazioni si sta facendo sempre più realistica. I dati potrebbero confermare l’origine di C/2019 Q4 nel giro di pochi giorni o settimane, e gli scienziati stanno già aguzzando i telescopi per raccogliere quante più informazioni possibili nel periodo in cui la cometa sarà visibile dalla Terra.
L’oggetto è stato avvistato per la prima volta il 30 agosto da un astronomo amatoriale, Gennady Borisov. La sua bizzarra traiettoria ha subito catturato l’interesse dei ricercatori, poiché sembrerebbe definire un’orbita iperbolica. In altre parole, la “firma” che caratterizza i corpi celesti che giungono da fuori: quelli che non ruotano intorno alla nostra stella, e nel Sistema solare, in effetti, sono solo di passaggio. Non sappiamo ancora quanti siano né quanto sia probabile osservare oggetti di questo tipo, ma C/2019 Q4 potrebbe aiutare i ricercatori a rispondere ad alcune di queste domande.
Si tratterebbe del secondo avvistamento di un corpo di origine extrasolare. Il primo è stato 1I/2017 U1, l’asteroide a forma di sigaro poi conosciuto con il nome di Oumuama. Ma allora, gli astronomi se ne erano accorti troppo tardi: poche settimane e l’asteroide era scomparso anche alla vista dei più potenti telescopi.
Col nuovo visitatore, una cometa, potremmo essere più fortunati. È stato scoperto con grande anticipo e c’è più tempo a disposizione per studiarlo. Secondo le attuali stime, il suo tempo di permanenza nel Sistema Solare sarebbe di circa 6 mesi e alla fine di dicembre si troverebbe nel punto più vicino al Sole. Ci saluterebbe poi nel gennaio del 2021, quando la sua luce diventerà troppo fioca per essere vista dalla Terra.
E c’è anche un’altra importante differenza con Oumuama: C/2019 Q4 è una cometa di circa 10 chilometri, 6 volte più luminosa con una coda ben visibile. Tutte caratteristiche che rendono più semplice seguire la sua traiettoria e studiare le sue origini e composizione.
Ma prima resta da capire se l’oggetto è veramente interstellare. La sua orbita “sembra” iperbolica, ma c’è bisogno di più dati per confermarlo. Come ha ribadito con un tweet Michele Bannister, un astronomo planetario della Queen University di Belfast: non sarebbe la prima volta che orbite apparentemente iperboliche si sono poi rivelate a una osservazione più scrupolosa delle semplici parabole interne al sistema solare.
Insomma, tutto è ancora possibile. Intanto, i ricercatori continuano a tenere d’occhio la cometa e a raccogliere dati, nella trepidante attesa di confermare (o smentire) la natura interstellare di C/2019 Q4.
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