Categorie: Spazio

Alla ricerca dei buchi neri

Il progetto “Marie Curie Initial Training Network” dal titolo “Black Hole Universe” ha preso ufficialmente il via. L’obiettivo è formare giovani scienziati, non solo europei, “esperti in buchi neri”. L’intero programma, coordinato da Jörn Wilms dell’Università di Erlangen-Norimberga e da Sera Markoff dell’Università di Amsterdam, avrà una durata di quattro anni. Per l’Italia, partecipano l’Inaf-Osservatorio Astronomico di Brera e l’Università di Cagliari.

Il gruppo di lavoro, aperto ai giovani ricercatori di tutto il mondo, avrà a sua disposizione le migliori tecnologie per approfondire le conoscenze sulle proprietà dei buchi neri, analizzando tutte le loro fasi evolutive. Dai piccoli resti di stelle ormai morte, fino a quegli immensi “mostri celesti” situati al centro delle galassie, che possono raggiungere masse miliardi di volte superiori a quella del Sole. Tra i principali obiettivi: comprendere i  processi che forniscono ai buchi neri la spaventosa quantità di energia necessaria a proiettare enormi getti di gas a velocità prossime a quelle della luce e studiare gli effetti che questi  corpi hanno sullo spazio circostante. La loro attività può infatti produrre perturbazioni in grado di impedire la formazione di stelle e sistemi planetari in galassie ad essi vicine.

“Black Hole Universe” è stato uno dei 60 progetti selezionati tra gli oltre 900 presentati alla Commissione Europea. Il network è stato finanziato con 2,5 milioni di euro nell’ambito del 7° Programma Quadro e ad esso aderiscono numerosi Istituti di Ricerca europei: il CEA-Saclay in Francia, le università di Erlangen-Norinberga in Germania, Sabanci di Istanbul, Amsterdam, Southampton. I fondi elargiti, oltre a finanziare borse di studio per dieci studenti di dottorato e due ricercatori post-dottorali, permetteranno di organizzare tre scuole internazionali per giovani ricercatori. Come evidenzia Tomaso Belloni, coordinatore italiano del network per l’Inaf-Osservatorio Astronomico di Brera, ogni istituto lavora ad uo o due progetti specifici, ma strettamente connessi con quelli degli altri enti: “Questo permetterà una collaborazione ampia per una ricerca di punta, creando così una rete non solo di strutture ma soprattutto di persone giovani, motivate e qualificate”. (f.g.)

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