Nassiriyah, settembre 2010. Almeno per una volta, non si parlerà solo di lugubri scenari di guerra; si parlerà, invece, di missioni: non “di pace”, ma pacifiche e che hanno a che fare con l’archeologia. E’ prevista infatti per l’inizio dell’autunno la spedizione che porterà alcuni studiosi de La Sapienza nell’area di Abu Tubairah, un sito ancora inesplorato nella regione a sud-ovest della città irachena. Qui, nel corso del terzo millennio a. C., si è sviluppata la civiltà sumerica; ed è qui che i ricercatori italiani si sono dati appuntamento con i colleghi iracheni per una prima fase di ricognizione, mentre gli scavi veri e propri inizieranno nella primavera del 2011.
Di Abu Tubaiarah sappiamo ancora poco. Le ceramiche rinvenute finora in superficie ci parlano di un periodo compreso tra il 2900 e il 1750 a. C. Il sito, inoltre, sorge nei pressi di Ur, la città sumerica in cui si trovano le imponenti rovine archeologiche che potete ammirare nella photogallery e i cui scavi, opera dell’équipe Leonard Woolley risalgono agli anni ’20 del secolo scorso. Gli studiosi, coordinati dall’assiriologo Franco D’Agostino de La Sapienza e dal sovrintendente archeologico della regione di Dhi Qar Abdulamir Al-Hamdani, hanno quindi buone speranze di trovare anche qui delle testimonianze della civiltà sumerica del terzo millennio a. C.
Se ai tempi di Woolley erano soprattutto gli inglesi a lavorare nel sito di Ur, oggi invece – e sin dall’epoca della Guerra del Golfo – gli italiani sono gli unici stranieri autorizzati a partecipare a una missione archeologica nella nuova Repubblica irachena. Comunque non è stato facile ottenere i permessi, arrivati grazie a un’intensa attività didattica incentrata sulla filologia e sulle lingue della Mesopotamia antica, che proseguirà poi sul campo. Tra le finalità della spedizione, infatti, c’è anche quella di formare giovani archeologi, epigrafisti e topografi sia di nazionalità italiana sia di nazionalità irachena.
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