Allarme, la Terra non basta

In Eritrea, Burundi e Haiti il 50 per cento della popolazione è denutrito. Oltre a questi paesi ce ne sono altri con livelli di fame allarmante, come Niger, Chad, Sudan, Nepal, Bangladesh, aggravati dai fenomeni di land grabbing e da una cattiva gestione delle risorse naturali. È la denuncia contenuta nell’Indice Globale della Fame 2012 (Global Hunger Index-Ghi), realizzato dall’International food policy research institute (Ifpri), dall’ong tedesca Welthungerhilfe e da quella irlandese Concern. Presentato a Milano da Cesvi e Link 2007, che ne curano l’edizione italiana, il rapporto analizza la scarsità delle risorse destinate alla produzione di cibo in 120 paesi e si pone una domanda cruciale: “la Terra basta per tutti?”.

Dai dati emersi sembrerebbe proprio di no. L’indice combina tre indicatori, la percentuale di popolazione denutrita, il tasso di mortalità infantile e la percentuale di bambini sottopeso, e fotografa una situazione spesso drammatica, in cui l’uso insostenibile dei suoli, dell’acqua e dell’energia sta minacciando la sicurezza alimentare dei più poveri.

La fame mondiale risulta leggermente calata: l’Indice infatti è sceso da 19,8 punti del 1990 a 14,7 del 2012, ma resta comunque grave, soprattutto in alcune aree. Guardando le differenze tra i valori del 1990 e quelli del 2012, 15 paesi hanno ridotto i propri punteggi del 50% o più. In termini di progresso assoluto, sono stati Angola, Bangladesh, Etiopia, Malawi, Nicaragua, Niger e Vietnam a registrare i maggiori miglioramenti dei rispettivi punteggi. Tuttavia, venti paesi hanno ancora livelli di fame “estremamente allarmanti” o “allarmanti”, la maggior parte di questi sono nell’Africa subsahariana e in Asia meridionale, regioni che mantengono valori elevati con 22,5 e 20,7 punti di Ghi.

I paesi con livelli di Ghi estremamente allarmanti sono il Burundi e l’Eritrea, si legge nel rapporto, e Haiti, il cui punteggio è sceso di circa un quarto tra il 1990 e il 2001, ma gran parte di questi guadagni sono andati perduti negli anni successivi. Il terremoto del gennaio 2010 – anche se non totalmente rappresentato dall’Indice della fame 2012 a causa di un’insufficiente disponibilità di dati aggiornati – ha comunque spinto di nuovo Haiti nella categoria di fame “estremamente allarmante”.

Se si considerano gli altri fattori che compongono l’indice, Bangladesh, India e Timor Est hanno la più alta prevalenza di insufficienza di peso nei bambini di età inferiore ai cinque anni: più del 40% in ognuno dei tre paesi, mentre Burkina Faso, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Mali, Sierra Leone e Somalia hanno i più alti tassi di mortalità sotto i cinque anni, tra il 17 e il 18%. 

Se si passa ad analizzare le cause, il problema che incide maggiormente sulla scarsità di risorse è il land grabbing, ovvero l’accaparramento delle terre, specie in Africa, che negli ultimi dieci anni ha interessato una superficie pari a sette volte quella dell’Italia: il suolo coltivabile viene affittato a compagnie straniere che lo sfruttano per produrre beni destinati all’esportazione, con la conseguenza di mettere a repentaglio i diritti delle popolazioni locali. Il 55% dei suoli affittati viene destinato a colture per biocarburanti, sottraendo terra alla produzione di cibo. A ciò si aggiunge la scarsità di acqua, aggravata dai cambiamenti climatici. L’aumento dei prezzi dell’energia, a sua volta, incide sugli input agricoli come fertilizzanti e sistemi di irrigazione, contribuendo a tenere alti i prezzi dei beni alimentari.

Per garantire la sicurezza alimentare in un tale contesto di stress agricolo, idrico ed energetico, bisogna puntare su strategie che conciliano produttività e consumo sostenibile delle risorse, si legge nel rapporto. Tra le misure da adottare, una migliore governance delle risorse naturali e degli investimenti in agricoltura, ma anche una riduzione dell’ineguaglianza tra uomini e donne, che ha effetti positivi sulla pressione demografica, una maggiore inclusione dei gruppi marginalizzati, il sostegno alle nuove Linee guida volontarie per la gestione responsabile dei diritti di proprietà applicabili alla terra, alla pesca e alle foreste del Comitato per la Sicurezza Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite e la fine dei sussidi alla produzione di biocarburanti e agli idrocarburi.

Riferimenti: Indice Globale della Fame 2012

Credits immagine: United Nations Photo/Flickr

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