Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), il telescopio nel deserto di Atacama, in Cile, è stato dotato di tutti gli strumenti previsti dal progetto, tanto che ora, come fanno sapere dall’Eso, lo si può propriamente considerare un osseratorio a pieno titolo. Un salto di ruolo, quello del radiotelescopio, che è stato festeggiato con una inaugurazione ufficiale, alla presenza del Presidente del Cile, Sebastián Piñera, che ha commentato entusiasta l’evento: “Una delle molte risorse naturali del Cile è lo spettacolare cielo notturno. Credo che la scienza abbia dato un contributo fondamentale allo sviluppo del Cile negli ultimi anni. Sono molto orgoglioso delle nostre collaborazioni internazionali in astronomia, di cui Alma è il più recente e più grande risultato”.
Alma, in verità, ha cominciato già da un po’ a scrutare il cielo (vedi Galileo: Alma, il radiotelescopio apre gli occhi), ma l’installazione dell’ultimo lotto di antenne, e il raggiungimento del numero previsto di 66 (54 da dodici metri e 12 da sette metri), ne ha decretato ufficialmente il completamento. Tutte le antenne possono essere messe in varie configurazioni e funzionano raccogliendo ciascuna dei segnali che sono poi riuniti da un supercomputer (il correlatore di Alma). In questo modo i vari componenti funzionano insieme come un unico telescopio, che è stato pensato per studiare fenomeni come la nascita delle stelle o osservare galassie dell’Universo primordiale.
L’osservatorio, frutto di una collaborazione tra Europa, America del Nord, Asia orientale e la Repubblica del Cile, è costato circa 1,4 miliardi di dollari. Sul sito dell’Eso un video per ripercorrerne la storia.
Credits immagine: Clem & Adri Bacri-Normier (wingsforscience.com)/ESO
Riferimenti: Eso
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