Alti e bassi di stagione

Chi nasce in primavera ha migliori possibilità di diventare alto rispetto a chi nasce in inverno. In altre parole: l’altezza dipende anche dal mese di nascita. Merito (o colpa, a seconda dei punti di vista) dell’irradiamento solare, che è maggiore nei mesi compresi tra marzo e settembre, e influenza la produzione di melatonina, sostanza prodotta dalla ghiandola pineale e in qualche modo legata all’ormone della crescita.

Questa la conclusione cui sono giunti i ricercatori dell’istituto di Biologia Umana dell’Università di Vienna. Lo studio, condotto su un campione di più di 500.000 giovani austriaci di 18 anni nati fra il 1966 e il 1975, ha messo a confronto le altezze con i mesi di nascita. Gli interessanti risultati hanno spinto gli scienziati austriaci ad approfondire la correlazione altezza/mese di nascita, nella speranza di far luce su un meccanismo ancora sconosciuto dello sviluppo umano. Un’ulteriore conferma ai dati già raccolti è venuta dall’esercito austriaco che, per un anno, ha misurato le altezze di tutti i neonati di sesso maschile. La differenza riscontrata fra il periodo “gennaio-giugno” e quello “luglio-dicembre” è stata confrontata con la variazione mensile dell’irradiamento solare in Austria durante lo stesso intervallo. I dati, analizzati con due differenti metodi statistici, hanno confermato che l’altezza varia ciclicamente nell’arco di un periodo di 365 giorni, esattamente come la durata dell’irradiamento solare.

La curva annuale ha il suo massimo in aprile e il suo minimo in ottobre, con una differenza di poco più di mezzo centimetro. I ricercatori ammettono che i loro studi non offrono una spiegazione definitiva del fenomeno, ma sono convinti che forniscano elementi per ulteriori ricerche cliniche sulla ghiandola pineale, il cui funzionamento è influenzato dalla luce, e sugli effetti della melatonina sullo sviluppo. Nella specie umana, infatti, la crescita non ha un andamento lineare. Un picco d’intensità di crescita si registra a partire dai tre mesi che precedono il parto fino ai tre mesi che lo seguono. La quantità di luce assorbita durante questo periodo sarebbe quindi fondamentale per la futura crescita del neonato.

E’ stato già dimostrato che a parità di altri fattori, i raggi solari incidono sullo sviluppo dell’organismo, nonché sulla crescita in generale dei mammiferi. In che modo ciò avvenga e quale sia il meccanismo fisiologico sottostante, però, non è ancora chiaro. Alcuni studi indicano nella melatonina, la cui produzione dipende dall’intensità e dalla lunghezza d’onda della luce incidente sulla pupilla, un fattore fondamentale nel meccanismo della crescita, proprio in quei sei mesi nei quali si registra la maggiore crescita del bambino. Il feto, infatti, riceve la melatonina attraverso la placenta, mentre il neonato la produce ciclicamente nelle prime 9-15 settimane di vita. Nonostante questa convergenza di dati, tuttavia, rimane ancora da spiegare quali siano le interazioni tra melatonina e l’ormone della crescita, e quindi anche in che modo un fattore come la cecità possa influire sullo sviluppo del neonato.

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