Anche il virus fa la sua parte

L’infezione da cytomgalovirus potrebbe avere un ruolo nella genesi dell’aterosclerosi, la malattia provocata dalla formazione di placche sulle pareti interne delle arterie, che possono provocare un’ostruzione del flusso del sangue. Lo scrivono su PlosOne i ricercatori dell’Università di Verona e dell’Istituto Gaslini di Genova.

Il cytomegalovirus, che appartiene alla famiglia degli Herpes viridae, è il più importante agente di infezione congenita nella specie umana. Studi condotti in diverse popolazioni mostrano che una percentuale compresa tra lo 0,2 per cento e il 2,2 per cento dei nati vivi presenta un’infezione congenita. La sua trasmissione avviene per contatto attraverso la saliva, le urine, lo sperma, le secrezioni vaginali e della cervice, il latte materno, il sangue, ma anche gli organi trapiantati.

Lo studio, condotto da Roberto Carrocher e Claudio Lunardi, e da Antonio Puccetti, si basa su una precedente ricerca condotta qualche anno fa dagli stessi ricercatori, che aveva mostrato come l’infezione da cytomegalovirus possa essere responsabile delle lesioni vascolari iniziali caratteristiche del processo aterosclerotico, attraverso un meccanismo di origine autoimmune: alcuni anticorpi diretti contro il virus aggrediscono le cellule endoteliali (quelle che ricoprono le arterie) e le distruggono.

La nuova ricerca, condotta con l’analisi di 22 mila geni umani, dimostra come gli anticorpi anti-cytomegalovirus da pazienti con aterosclerosi coronarica siano in grado di indurre nelle cellule endoteliali l’attivazione di molti geni coinvolti in vari aspetti del processo aterosclerotico. Uno di questi, che sintetizza per la proteina HSP60, è in grado di stimolare particolari cellule del sistema immunitario che intervengono nelle prime fasi dell’aterosclerosi. “Lo studio”, affermano i ricercatori, “è una ulteriore conferma dell’importanza del ruolo svolto dal cytomegalovirus nella genesi del processo aterosclerotico, contribuendo in maniera fondamentale alla comprensione della malattia e aprendo nuove prospettive sia terapeutiche che di prevenzione” (e.m.)

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