Il premio Nobel per l’economia 2006 va a un altro scienziato statunitense: Edmund Phelps, 73 anni, dal 1982 professore di economia politica alla Columbia University di New York. L’Accademia reale delle scienze di Svezia gli ha conferito il prestigioso riconoscimento, accompagnato da un finanziamento di circa un milione di euro, per i suoi studi di politica macroeconomica.
Phelps, durante la sua lunga carriera, ha approfondito la comprensione del rapporto tra gli effetti a breve e a lungo termine della politica economica, elaborando varie teorie innovative, come quella del “tasso naturale di disoccupazione”.
In particolare, nel 1968 lo studioso ha evidenziato come l’equilibrio tra inflazione e disoccupazione siano fondamentali per la redistribuzione della ricchezza sulla lunga durata. Il modello di Phelps, perfezionando gli studi di altri economisti di spicco, arrivò a stabilire che l’equilibro dei mercati non presuppone necessariamente l’eliminazione di un certo livello di disoccupazione, definito come involontario e utile alla crescita economica.
Finora tutti i Nobel assegnati sono stati vinti da americani. Restano ancora da assegnare i premi per la letteratura e per la pace. (a.l.)