Ancora troppo mercurio

    “Vanno chiusi gli impianti più obsoleti e non più ristrutturabili: è il caso di alcuni impianti cloro-soda con celle a mercurio”. Già nel 1991 Legambiente esprimeva preoccupazione per l’utilizzo nell’industria chimica italiana di uno dei metalli pesanti più inquinanti e nocivi per la salute umana. Nel 2007 in Italia il problema non si è ancora risolto. Lo dimostrano i dati inediti – presentati a Roma in occasione del convegno “Un futuro verde per la chimica italiana” – del monitoraggio sull’inquinamento atmosferico da mercurio nei pressi dei principali impianti per la produzione di cloro e soda italiani.

    L’unico stabilimento che non utilizza mercurio è quello di Assemini, in provincia di Cagliari. Gli altri sei (di cui cinque ancora funzionanti), invece, non hanno mai eseguito opere di ammodernamento. I tecnici di Legambiente hanno misurato le concentrazioni di mercurio all’esterno a Porto Marghera (Ve), Pieve Vergonte (Vco), Torviscosa (Ud), Rosignano Marittimo (Li), Bussi sul Tirino (Pe) e Priolo Gargallo (Sr) (chiuso nel 2005 e coinvolto due anni prima nell’indagine sullo scarico di reflui al mercurio in mare). A Pieve Vergonte, Porto Marghera e Priolo il monitoraggio è stato effettuato anche all’interno degli stabilimenti.

    I valori medi più alti sono stati registrati dentro l’impianto di Pieve Vergonte (oltre 1.500 ng/m3 con picchi di 35mila ng/m3), di Priolo e di Porto Marghera. All’esterno i risultati più significativi sono stati quelli di Torviscosa e Bussi sul Tirino. Visto che in Italia e in Europa manca ancora una normativa che fissi i limiti per la concentrazione di mercurio in atmosfera, si può considerare la soglia prevista negli Stati Uniti, 300 ng/m3, o il valore medio annuo raccomandato dall’Oms nelle Linee guida per la qualità dell’aria, pari a 1.000 ng/m3. I valori massimi registrati negli stabilimenti italiani oltrepassano ampiamente questi limiti.

    In Europa le cose non vanno meglio: nel rapporto dell’associazione ambientalista si legge che solo nel 2004 le emissioni di mercurio sono state oltre 32 tonnellate in aria e 5 tonnellate in acqua. La responsabilità maggiore è della Germania, che da sola produce oltre il 25 per cento del totale europeo, seguita da Francia, Regno Unito, e Italia (pari al 7 per cento). Il nostro paese è invece primo nella graduatoria dell’inquinamento da mercurio delle acque con 1,4 tonnellate, pari al 27 per cento del totale.

    Legambiente chiede a gran voce l’urgenza di eliminare il mercurio dall’industria italiana e di riconvertire gli impianti con l’impiego nuove tecnologie disponibili già da tempo, come la tecnologia a membrana. (da.c.)

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