Una delle scoperte più sorprendenti che sono arrivate dal sequenziamento del genoma del DNA antico degli ominini è la realizzazione che tutti gli esseri umani fuori dall’Africa hanno tracce di DNA nei loro genomi che non appartengono alla nostra specie.
I circa sei miliardi di persone sulla Terra i cui antenati recenti non arrivano dall’Africa hanno ereditato tra l’1% e il 2% dei loro genomi dai nostri più vicini ma ormai estinti parenti: i Neanderthal. Gli asiatici orientali e gli abitanti dell’Oceania hanno ricevuto una piccola eredità genetica dai Denisoviani, un altro parente stretto dei sapiens.
Oggi un nuovo studio, pubblicato su Science Advances, suggerisce che i primi umani che viveno in Africa potrebbero essersi incrociati con ominini arcaici. Specie estinte imparentate con Homo sapiens.
Gli incroci avvenuti fuori dall’Africa risalgono a quando gli antenati dei sapiens si sono spinti fuori dall’Africa in nuovi ambienti, con i Neanderthal e con i Denisovan.
Questo ci ha portato a due scoperte. I primi studi genetici di persone provenienti da tutto il mondo hanno suggerito che la nostra attuale distribuzione è il risultato di una singola espansione fuori dall’Africa intorno a 100 mila anni fa. Ma l’identificazione delle eredità neanderthaliane e denisoviane nelle popolazioni euroasiatiche moderne ha complicato le cose.
Pensiamo che la maggior parte – ovunque tra il 92% e il 98,5% – delle eredità genetiche nelle persone che non vivono in Africa oggi deriva dall’espansione fuori dall’Africa. Ma oggi sappiamo che il resto proviene da specie arcaiche i cui antenati hanno lasciato l’Africa centinaia di migliaia di anni prima.
Cosa è successo in Africa?
Le conoscenze su questi incroci sono state guidate soprattutto dalla maggiore disponibilità di genomi antichi e moderni al di fuori dell’Africa. Questo perché i climi freddi e secchi dell’Eurasia riescono a preservare meglio il DNA rispetto ai climi caldi e umidi dell’Africa tropicale.
Ma la nostra comprensione delle relazioni tra gli antenati umani in Africa, e i loro legami con gli esseri umani arcaici, sta cominciando ad approfondirsi. Uno studio del 2017 sul DNA antico proveniente dal sud dell’Africa ha indagato 16 genomi antichi di persone che sono vissute negli ultimi 10 mila anni. Questo ha mostrato che la storia delle popolazioni africane è stata complessa. Non c’era solo un singolo gruppo di esseri umani in Africa 100 mila anni fa.
A sostenerlo uno studio pubblicato quest’anno che ha esaminato il DNA antico proveniente da quattro persone in una zona corrispondente all’attuale Cameroon. Nel complesso, questa ricerca suggerisce che c’erano diversi gruppi geografici in Africa ben prima della principale espansione fuori dal continente. E molti di questi gruppi avrebbero contribuito all’eredità delle persone che vivono oggi in Africa.
Inoltre, sembra che ci sia stato un potenziale flusso di geni nelle popolazioni antiche di sapiens africani da un antenato arcaico. Un modo attraverso cui questo potrebbe essere accaduto è l’espansione fuori dall’Africa, incroci con i Neanderthal, e poi di nuovo migrazioni di nuovo in Africa. Di fatto è quanto appena stato dimostrato da uno studio di recente.
Il nuovo lavoro fornisce prove a sostegno del fatto che ci possa anche essere stato un flusso genetico negli antenati degli Africani occidentali direttamente da un misterioso ominine arcaico. I ricercatori hanno confrontato il DNA dei Neanderthal e del Denisovan con quello di quattro popolazioni contemporanee dell’Africa occidentale. Con l’aiuto della matematica hanno così costruito un modello statistico per spiegare le relazioni tra gli ominini arcaici e gli africani moderni.
Curiosamente, i ricercatori hanno suggerito che circa il 6-7% dei genomi degli africani occidentali ha un’origine arcaica. Ma non si tratta di un’origine né neanderthaliana né denisoviana. Il loro modello suggerisce un ulteriore contributo che arriva da popolazioni arcaiche di cui al momento non abbiamo un genoma.
Questa popolazione fantasma probabilmente si è separata dagli antenati degli esseri umani moderni e dei Neanderthal in un periodo compreso tra i 360 mila anni fa e 1,02 milioni di anni fa. Ben prima degli eventi di flusso genico che portarono il DNA dei Neanderthal di nuovo nell’Africa occidentale circa 43 mila anni fa – sebbene in questo caso potrebbe essere stato in qualsiasi momento tra 0 e 124 mila anni fa.
Queste date collocano questa specie fantasma vicino a un Neanderthal, ma presumibilmente presente in Africa, durante gli ultimi 100 mila anni. Una spiegazione alternativa è che ominini arcaici fossero presenti fuori dall’Africa e si sono incrociati lì con alcune popolazioni prima di migrare di nuovo in Africa.
Malgrado un mucchio di analisi che mostrano come questo risultato non sia un artefatto metodologico o di altri processi genetici, gli autori stessi invitano alla cautela in merito. Auspicano ulteriori analisi sia di DNA contemporanei che antichi da diverse popolazioni in Africa.
Ciononostante, questa ricerca si inserisce in una mole crescente di studi che dimostrano i comportamenti complicati, promiscui ed interspecie di tutti i nostri antenati.
Articolo apparso originariamente in inglese su The Conversation. Traduzione a cura della redazione di Galileo.
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Leggo parecchie volte i termini “ominine”, “ominini”. Si tratta di un refuso o è un termine, diverso da “ominide”, che io non conosco?
Nessun refuso, caro Baldinotti. Qui trova qualche lume: https://it.wikipedia.org/wiki/Hominini.