Categorie: Vita

“Anti-psicopatici”: i più altruisti del mondo

La psicopatia è definita (a grandi linee) come un disturbo della personalità caratterizzato da scarsa empatia e rimorso, che porta a mettere in atto atteggiamenti antisociali ed estremamente egoistici. “Un tempo si pensava agli psicopatici come un gruppo distinto di individui, come se esistessero gli psicopatici da un lato, e le persone normali dall’altro”, spiega sulle pagine del New York Magazine la psicologa Abigail Marsh, dell’Università di Georgetown. “Oggi invece sappiamo che i tratti collegati alla psicopatia funzionano come i sintomi di tutte le altre malattie mentali, e quindi esistono persone con più o meno tratti da psicopatico. Ci sono persone ad un capo dello spettro (gli psicopatici, ndr) e persone nel mezzo”. Partendo da questo ragionamento, Marsh si è posta quindi una domanda tutto sommato banale: cosa c’è all’altro lato dello spettro? La risposta, contenuta in un articolo pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, è stata invece sorprendente: l’opposto della psicopatia in effetti esiste, ed è rappresentato un gruppo di persone definite da Marsh anti-psicopatici, caratterizzati da straordinaria empatia, atteggiamenti prosociali e compassionevoli.

Per il suo studio, Marsh ha deciso di utilizzare le persone più altruiste che riuscisse a trovare, individui pronti a sacrificare tutto per aiutare il prossimo, senza chiedere nulla in cambio. La sua scelta è cadutam quindi sui cosiddetti “donatori samaritani”, ovvero persone che decidono liberamente, e gratuitamente, di donare un rene alla comunità (e non ad un parente, come accade più comunemente). Ovviamente si tratta di casi estremamente rari, tanto che in tutti gli Stati Uniti sono poco meno di 1.400 i donatori samaritani accertati.

Marsh ne ha rintracciati 19, e li ha sottoposti a delle scansioni cerebrali per osservare l’attività del loro cervello in particolari aree che negli psicopatici presentano un funzionamento caratteristico. Per fare un esempio, quando un paziente psicopatico viene posto di fronte all’immagine di un viso impaurito il suo cervello tende ad attivarsi molto meno del normale, un fatto che viene interpretato dagli psicologi come scarsa empatia, e una difficoltà nel riconoscere le espressioni di paura.

Sottoponendo i suoi donatori samaritani a questo ed altri test simili, la ricercatrice ha scoperto che il loro cervello risponde in modo esattamente opposto rispetto a quello degli psicopatici. Il loro sistema nervoso inoltre sembrerebbe presentare anche delle differenze strutturali rispetto a quello degli psicopatici: se chi è affetto da psicopatia tende infatti ad avere una amigdala più piccola della media, gli anti-psicopatici ne hanno invece una sovradimensionata.

Secondo Marsh dunque, potrebbero esserci delle precise basi neurobiologiche che determinano quanto ognuno di noi si comporti in modo altruistico. “Un numero incredibilmente alto di persone ritene che questi donatori samaritani non possano essere motivati solamente dall’altruismo, e che debbano esserci altre ragioni che li spingono alla donazione”, conclude la ricercatrice. Il loro cervello infatti funziona in modo esattamente opposto a quello delle persone meno altruiste ed empatiche che esistano, ovvero gli psicopatici, e questo “non fa che supportare l’ipotesi che le loro donazioni siano guidate unicamente da uno spirito altruistico”.

via Wired.it

Credits immagine: Rosie O’Beirne/Flickr

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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