Antibiotici modificati geneticamente

Una specie di ‘servizio postale genetico’ per modificare e migliorare le caratteristiche antinfettive dei batteri. E produrre, quindi, efficaci antibiotici e farmaci anticancro. E’ stato messo a punto da Janet Westpheling, della University of Georgia (Usa), che ha realizzato dei batteri geneticamente modificati per combattere la resistenza agli antibiotici. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. La genetista americana ha trasferito per la prima volta frammenti di Dna tra ceppi diversi di Streptomyces, i batteri da cui si estraggono antibiotici come la streptomicina e l’eritromicina. La nuova tecnica utilizza i fagi, virus che in natura infettano i batteri per trasferivi il Dna proveniente da altri organismi. Gli Streptomyces vengono utilizzati da quasi tutte le grandi case farmaceutiche. Ma si evolvono lentamente, e le malattie fanno in tempo a diventare insensibili alla loro azione. Per risolvere il problema della resistenza, bisognerebbe allora riuscire a modificare geneticamente questi batteri, per contrastare la rapidità di adattamento degli agenti patogeni. Ed è proprio quello che ha fatto la Westpheling. L’idea di usare il trasferimento virale per trasferire Dna da un organismo a un altro non è nuova, ma nel caso dello Streptomyces, le difficoltà erano state fino a questo momento quasi insormontabili. I fagi sono infatti estremamente virulenti e, in genere, uccidono gli organismi in cui si installano. La genetista americana è riuscita a neutralizzare l’impatto letale dei virus – la cosiddetta “superinfezione” – e a usarli esclusivamente come “traghetti” per il Dna. (f.n.)

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