In Spagna solo il 5% dei cittadini ha gli anticorpi per il coronavirus

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(Foto: Ibrahim Boran /Unsplash)

Non solo l’Italia. Diversi Paesi nel mondo stanno cercando di capire quanto si è diffuso il coronavirus tra la popolazione avviando indagini di sieroprevalenza, alla ricerca di anticorpi nel sangue (anche se da noi sembra essere stato un flop). Tra questi c’è la Spagna che ha iniziato le indagini a fine aprile e ora, dopo aggiornamenti mensili in itinere, rende noti su Lancet i risultati della fase 3 dello studio. Su un campione di oltre 61mila persone, il 95% non avrebbe anticorpi contro Sars-Cov-2 – un dato che secondo gli autori conferma quanto un’eventuale immunità di gregge sia irrealizzabile.

Gli anticorpi per il coronavirus

Sulla scia di quanto già comunicato a maggio (fase 1) e a giugno (fase 2), l’elaborazione dei risultati della fase 3 dell’indagine di sieroprevalenza in Spagna sostiene che in media il 5,2% della popolazione abbia sviluppato anticorpi contro il coronavirus. Ci sono differenze territoriali anche significative, comunque. Per esempio l’area metropolitana di Madrid (la più colpita) ha una prevalenza superiore al 10%, quella di Barcellona del 7% circa, mentre diverse altre province hanno valori più bassi, inferiori al 3% – a conferma del fatto che il virus si diffonde con maggiore facilità nelle realtà densamente popolate, sopra i 100mila abitanti.

L’immunità di gregge è molto lontana

Sebbene il Paese sia uno dei più colpiti dall’epidemia di Covid-19, la percentuale di popolazione che risulta essere entrata in contatto con Sars-Cov-2 è bassa, il che è di certo anche un effetto del lockdown. Il fatto che il dato di sieroprevalenza si confermi anche dopo la fine del lockdown, con le riaperture, per gli autori della ricerca è segno che le misure di contenimento hanno funzionato e stanno funzionando, ma un’altra eventualità ancora da verificare è che l’immunità conferita dall’infezione non sia duratura.

In ogni caso questi numeri dicono che la popolazione è vulnerabile a una seconda ondata, e che se anche l’immunità di gregge fosse possibile (alcuni esperti stimano si attesti intorno al 60%, qualcuno dice anche meno) sarebbe difficile da ottenere senza danni collaterali, ossia molti decessi e sovraccarico del sistema sanitario.

Via: Wired.it

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Credits immagine di copertina: Ibrahim Boran on Unsplash