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    Agricoltura di precisione per coltivare il futuro

    agricoltura di precisione
    Colza olearia

    L’agricoltura di precisione, la rivoluzione hi-tech nella gestione delle produzioni agricole, sta conquistando terreno, è il caso di dirlo, anche nel nostro Paese. Per far crescere la produttività riducendo gli sprechi, con beneficio del portafoglio e anche dell’ambiente

    Guida automatica, seminatrici computerizzate, mappe digitali, meteo satellitare, raccolti analizzati e taggati sul campo, droni. Da qualche anno in giro per la penisola si sono moltiplicate le sperimentazioni sul campo di sistemi e tecnologie in grado di migliorare la resa delle colture con un uso oculato di fertilizzanti, pesticidi e, non di minore importanza, anche di acqua. Tra i fattori che già oggi incidono negativamente sull’agricoltura italiana c’è, infatti, il progressivo impoverimento di questa risorsa essenziale causato dal sovrautilizzo e anche dal ridursi delle precipitazioni in conseguenza dei cambiamenti climatici.

    Sempre meno acqua per le colture

    Difatti, gran parte della produzione agricola italiana è a rischio siccità, avendo un’impronta idrica medio-alta, con effetti su larga parte delle produzioni di largo consumo come i cereali, sul comparto dell’ortofrutta e su produzioni di valore elevato come la viticoltura. E sempre più lo sarà in futuro: come sottolinea l’ultimo rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente “Cambiamenti climatici, impatti e vulnerabilità in Europa al 2016”, l’Italia è tra i paesi europei in cui si prevede il maggior numero di conseguenze negative dovute ai cambiamenti climatici.

    “Entro il 2070 le superfici europee interessate da stress idrico passeranno dal 19 al 35%”, ha ricordato via twitter il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, nei giorni scorsi a Malta per il Consiglio Agricolo Europeo, dove si è discusso di scarsità idrica e cambiamenti climatici. Anche per questo, ha aggiunto il ministro, “occorre insistere sui progetti di agricoltura di precisione per ottimizzare l’uso dei fattori di produzione”. Progetti, per esempio, come quello che la Monsanto sta portando avanti insieme all’Università di Milano e alcuni produttori di mais della Pianura Padana, che ha l’obiettivo di aumentare la produzione – fino a garantire una resa di 200 quintali per ettaro all’anno – e, al contempo, di ridurre del 30% il consumo di acqua per l’irrigazione.

    Agricoltura di precisione per aumentare la resa

    Cambiamenti climatici a parte, l’urgenza principale per gli agricoltori italiani è risparmiare e aumentare la resa. In questo senso, l’ultima Legge di Stabilità prevede delle agevolazioni fiscali – un “iperammortamento” del 150% – per l’acquisto di beni strumentali ad alto contenuto tecnologico, destinate agli agricoltori e anche ai contoterzisti, in virtù del quale, nel 2017, a fronte di un investimento di 20.000 euro si ha un risparmio fiscale pari a 3.000 euro.

    agricoltura
    (Foto via Pixabay)

    Di recente anche il Parlamento europeo ha indicato l’agricoltura di precisione come via da percorrere per aumentare la produttività agricola. Anche se l’Europa produce da sola gran parte dei prodotti che consuma, avvertono gli autori di uno studio diffuso lo scorso dicembre, per garantire la sicurezza alimentare entro il 2050 il fattore totale di produttività agricolo dovrà crescere ogni anno dell’1,8% per mantenere gli stessi risultati. Per riuscirci, serve l’aiuto dell’agricoltura di precisione, che consente di gestire al meglio la variabilità del suolo in termini di caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche impiegando macchinari agricoli integrati con “sistemi intelligenti” (gps, sensori, scanner, computer di controllo) che permettono di diversificare gli interventi in base alle reali esigenze del suolo e della coltura, riducendo significativamente, oltre ai consumi idrici, anche quelli per carburante, sementi, concimi e fitofarmaci.

     

    Verso il futuro con l’agricoltura di precisione

    Contrariamente a quanto avviene nell’agricoltura tradizionale, dove gli interventi si basano sulle caratteristiche medie del terreno, le tecnologie smart consentono di trattare in modo specifico ogni singola porzione di suolo, applicando in modo mirato le risorse, a cominciare dalla semina. Per esempio, diversamente che nella coltura del frumento, nella maiscoltura la precisione con cui i semi di mais vengono collocati nel terreno è fondamentale, così come lo è un apporto idrico adeguato per avere produzioni di qualità.

    Anche in questa direzione i progetti di ricerca e sviluppo non mancano. Con un occhio di riguardo all’ambiente, il progetto Life-Agricare, finanziato dall’Unione europea e realizzato in collaborazione con l’Università di Padova e l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), ha messo alla prova le nuove tecnologie in quattro colture: colza, mais, frumento tenero e soia, confrontando parallelamente agricoltura convenzionale e diverse opzioni di agricoltura conservativa (minima lavorazione, strip tillage, semina diretta o su sodo). I risultati della sperimentazione, illustrati in un seminario conclusivo lo scorso 9 maggio, fanno ben sperare: le tecniche conservative integrate con le tecnologie di precisione hanno avuto rendimenti uguali o maggiori rispetto alla coltura convenzionale. Non solo: la minima lavorazione ha prodotto oltre 400 euro/ettaro, risultando la migliore delle opzioni provate sul campo.

    E non dimentichiamo che la nuova Pac, imponendo le rotazioni, apre la strada a colture ancora poco stabili nel nostro Paese, come la colza, la cui coltivazione in Europa è in aumento anche in relazione alla produzione di bio-carburanti. Dai semi di colza, infatti, si estrae olio utilizzabile come carburante e lubrificante nell’industria meccanica. Inoltre, i residui dell’estrazione possono avere impiego nell’alimentazione animale mentre i suoi fiori gialli, attraendo un gran numero di api, possono sostenere la produzione di miele.

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