Categorie: Spazio

Ascensore spaziale fuori servizio

Un cavo lungo 100 mila chilometri che collega la Terra a una stazione in orbita geosincrona consentendo il trasferimento di materiale e persone: è questa l’idea di base di un ascensore spaziale. Fantascienza? No, un progetto in fase di studio a cui è interessata anche la Nasa. Peccato che, secondo una ricerca guidata da Nicola Pugno del Politecnico di Torino, che sarà pubblicata nell’edizione di luglio del Journal of Physics: Condensed Matter, sarebbe attualmente impossibile costruire cavi capaci di sopportare l’enorme tensione a cui sarebbero sottoposti. Una tensione simile a quella che si genererebbe in una corda utilizzata durante una gara di tiro alla fune con squadre formate da 100 mila persone. Tali cavi , per possedere la leggerezza e la resistenza necessarie, dovrebbero essere costituiti da nanotubi di carbonio. Questi, tuttavia, avrebbero una debolezza intrinseca: i difetti reticolari non eliminabili tipici di tutti i materiali che hanno una struttura ordinata. Utilizzando un modello matematico Pugno ha calcolato che i difetti su scala atomica dei nanotubi diminuirebbero la resistenza complessiva del cavo, indipendentemente dal metodo costruttivo, di oltre il 70 per cento. Ma c’è chi non è d’accordo con i suoi risultati. Bradley Edward, a cui è stato commissionato dalla Nasa lo studio di fattibilità di un ascensore spaziale, sostiene che, con adeguati fondi, in tre anni si potrebbero realizzare cavi con la resistenza sufficiente. La chiave di volta sarebbe quella di ruotare e avvicinare i nanotubi in modo da stimolare forze di attrito cooperative che renderebbero meno problematica la resistenza dei singoli nanotubi. Ma gli sforzi di laboratorio non sembrano ispirare molto ottimismo. Nel recente passato, Ray Baughman, direttore dell’Istituto di Nanotecnologie di Dallas, ha realizzato nanotubi di un metro di lunghezza, costruiti in modo simile a quello proposto da Edward, ottenendo resistenze ben al di sotto di quelle sperate. Fine dell’ascensore spaziale? Forse no, però attualmente sembra proprio “fuori servizio”. (g.c.)

Admin

Articoli recenti

Il talco può aumentare il rischio di tumore?

Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson pagherà 6,5 miliardi di dollari per chiudere le cause…

3 giorni fa

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

6 giorni fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

1 settimana fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

2 settimane fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

2 settimane fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più