Assange: “Riveliamo fatti che devono essere pubblici”

“Wikileaks sta pubblicando senza paura fatti che devono essere resi pubblici”. Nel giorno dell’arresto di Julian Assange a Londra, il quotidiano The Australian pubblica online l’editoriale del fondatore dell’organizzazione: un manifesto di pensiero, un attacco a tutto tondo contro chi lo vuole mettere a tacere. “Wikileaks ha coniato un nuovo tipo di giornalismo: il giornalismo scientifico. Lavoriamo con altri media per portare le notizie alla gente, ma anche per provarne la verità. Il giornalismo scientifico consente di leggere una notizia online e poi cliccare per vedere il documento originale su cui questa è basata. In questo modo ognuno può giudicare da sé: la storia è vera? Il giornalista l’ha riportata accuratamente?”.

E’ un editoriale lungo e appassionato quello pubblicato sul quotidiano australiano, in cui il numero uno di Wikileaks passa con disinvoltura dalla storia all’attualità, dalla politica internazionale alle guerre. “E’ stato detto che io sono contro la guerra in generale”, scrive Assange. “Per la cronaca, non lo sono. A volte le nazioni devono entrare in guerra: è anche per questo che i conflitti esistono. Ma non c’è niente di più sbagliato di un governo che mente al suo popolo su quelle guerre, domandando ai suoi stessi cittadini di mettere sul tavolo le loro vite e i loro soldi per quelle bugie. Se una guerra è giusta, allora che si dica la verità. Starà alla gente decidere se supportarla o meno”.

In alcuni punti l’affondo di Assange agli Stati Uniti è più diretto che mai, come quando parla delle guerre in Afghanistan e in Iraq, e di quanto sia stato importante che le rivelazioni fatte dalla sua organizzazione abbiano raggiunto il pubblico. Wikileaks – ricorda il suo fondatore – non è l’unico soggetto ad aver pubblicato documenti segreti delle ambasciate americane. Testate come The Guardian, New York Times, El Pais e Der Spiegel lo hanno fatto, ma è sull’organizzazione che si sono concentrati tutti “gli attacchi e le accuse più malvagie da parte del governo americano e dei suoi accoliti”. Questo perché – prosegue Assange – “Wikileaks è giovane e piccola”, e il governo australiano, invece di difendere un suo cittadino e la sua impresa, ha scelto la via della connivenza con gli Usa.

L’editoriale si apre niente di meno che con una citazione di un altro australiano doc: il magnate Rupert Murdoch, che nel 1958 affermava: “Nella gara tra segretezza e verità, è inevitabile che sia sempre la verità a vincere”. “Forse – argomenta oggi Assange – Murdoch si riferiva al padre Keith, che ha denunciato il sacrificio inutile delle truppe australiane ad opera di comandanti britannici incompetenti sulle coste di Gallipoli. I britannici hanno cercato di farlo tacere, ma lui ha continuato. I suoi sforzi, alla fine, hanno portato alla conclusione di quella disastrosa campagna”. Era il 1915. “Oggi, a quasi un secolo di distanza, Wikileaks sta facendo lo stesso, pubblicando con coraggio fatti che devono diventare pubblici”.

Ancora parlando dell’Australia, Assange ricorda la sua infanzia a Townsville, una cittadina della contea di Queensland. “Sono nato in un posto in cui la gente diceva quel che pensava senza peli sulla lingua. I giorni neri della corruzione a Queensland prima dell’inchiesta Fitzgerald sono la dimostrazione di cosa può succedere quando i governi impediscono ai media di riportare la verità”. Un pericolo che rischia di riproporsi, se i potenti della Terra riusciranno a far tacere l’organizzazione e i suoi sostenitori. Per questo, conclude l’australiano, è importante difendere Wikileaks e il suo ruolo nell’ecosistema mediatico. “La vorticosa tempesta che ha colpito Wikileaks rafforza il bisogno di difendere il diritto di tutti i media di rivelare la verità”.

Fonte: Wired.it

1 commento

  1. Da questi fatti apprendi che non viviamo in una democrazia, ma in un mondo dove tutto è controllato dai Nuovi Prepotenti, USA in testa.
    LUNGA VITA AD ASSANGE. Jim Garrison, che riaprì il caso Warren su JFK ebbe dagli organismi governativi lo stesso trattamento che sta ricevendo Assange.Non ci serve una particolare intelligenza per comprendere che le falsità sono quelle che ci propinano i venditori di fumo della politica internazionale attraverso i loro Mass Media e che la verità si dice solo dietro le quinte, quando le pecore che vanno al macello non possono ascoltarli. Le Banche, poi, che bloccano i conti delle donazione verso Assange è un’altra prova evidente del marcio che c’è in tutto il sistema finanziario internazionale.
    Invece di arrestare Berlusconi e Frattini per i documenti compromettenti che stanno emergendo da Wikileaks, qui si pensa di sbattere in galera chi ha spalancato la pentola verminosa del IV Reich.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here