Dopo cinque anni di lavoro e circa 75 miliardi di finanziamenti, a fine settembre è stato inaugurato a Ivrea il “Bioindustry Park del Canavese”, un parco scientifico interamente dedicato alle biotecnologie. Tutto era partito da una vecchia cascina con 100 mila metri quadri di sterpaglie: adesso il progetto che nel 1993 sembrava solo una chimera è una solida realtà che pone il Piemonte al passo con le regioni più tecnologicamente avanzate d’Europa. “Oggi l’Italia nel settore delle biotecnologie non ha nulla da invidiare agli altri Paesi dell’Unione europea: nel nostro carnet abbiamo 3.226 pubblicazioni scientifiche, 68 brevetti internazionali e la realizzazione di 694 strumenti specifici per il settore”, spiega Antonio De Flora, responsabile del Progetto finalizzato per le biotecnologie del Cnr. “Anzi, molti scienziati stranieri ci hanno fatto i complimenti perché tutto ciò è stato realizzato negli ultimi 10 anni, mentre in Paesi come Stati Uniti, Giappone, Germania, Cina e Russia le biotecnologie sono nate nei primi anni Settanta. Partita in ritardo, l’Italia ha prontamente recuperato”.
Nel Parco Bioindustriale – situato nel comune di Colleretto Giacosa, a pochi chilometri dall’autostrada che da Ivrea porta a Torino e a Milano o direttamente in Svizzera e Francia – sono già state realizzate opere per 40 miliardi di lire e tutti i finanziamenti saranno spesi entro il 2001, come previsto. Infatti, oltre ai buoni risultati scientifici va detto che il Bioindustry Park è stato realizzato con denaro comunitario (Fondo europeo di sviluppo regionale), con fondi pubblici (Regione Piemonte, Provincia di Torino) e privati (Olivetti, Assindustria del Canavese, Federpiemonte, Rbm).
Al Bioindustry Park le biotecnologie verranno esplorate a 360 gradi: dalla chimica e farmaceutica all’agroalimentare e alla veterinaria, dai diagnostici e cosmetici alla bioingegneria e all’informatica. La scorsa primavera si sono già insediate alcune aziende (istituto di ricerche Serono, Osra Informatica, Genesis Development, Sistemi e Tecnologie e Bioline Diagnostici) mentre altre imprese arriveranno entro la fine dell’anno. Nella primavera del 1999 saranno 120-130 i ricercatori e i tecnici che lavoreranno stabilmente al Bioindustry Park. Tra questi anche il personale del Lima (Laboratorio integrato di metodologie avanzate) realizzato dall’Università di Torino.
Accanto alla ristrutturazione della vecchia cascina e degli edifici annessi (che ospitano i servizi di segreteria, centro congressi, sale riunioni, foresteria, ristorazione, consulenza marketing, finanziaria, legale e ricerca del personale), sono stati costruiti altri sei nuovi edifici, adibiti a uffici e laboratori, per un totale di 16 mila metri quadrati. Tutto realizzato con il minimo impatto ambientale e progettato tenendo conto della massima flessibilità, affinché ogni azienda possa personalizzare gli ambienti secondo le proprie esigenze. A disposizione di tutti, inoltre, un sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti speciali, numerosi e costosi macchinari per servizi scientifici d’alto livello (che le piccole aziende non potrebbero altrimenti permettersi) e un’area attrezzata per attività industriale di pre-produzione.