BioUpper, dove le idee diventano progetti imprenditoriali

Bio Upper
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BioUpper, la prima piattaforma italiana a sostegno dei giovani talenti che vogliono creare startup nel campo delle scienze della vita, è pronta a ripartire. Dopo il successo della prima edizione, che si è conclusa lo scorso aprile con la premiazione di 3 vincitori, Novartis Italia e Fondazione Cariplo, con la collaborazione con PoliHub e Humanitas, hanno presentato oggi, presso il Ministero della Salute a Roma, la sua seconda edizione ricca di novità.

L’obiettivo del progetto è proprio quello di sostenere quei ricercatori che si sentono ancora troppo distanti dal mondo del business a elaborare e sviluppare progetti innovativi. I più meritevoli verranno accompagnati in un percorso su misura che consentirà loro di accedere a risorse, strutture e relazioni in un settore all’avanguardia come quello medico-scientifico.

A spingere Novartis e Fondazione Cariplo a proseguire nello sviluppo dell’iniziativa è stato il grande successo realizzato nella prima edizione, che ha visto quasi 120 gruppi di lavoro cimentarsi nell’idea di una startup. Di questi circa 20 sono stati selezionati per sviluppare la loro idea e dopo un articolato percorso di formazione, tre team hanno vinto un premio di 50 mila euro ciascuno: EVARplanning, innovativo sistema computerizzato, destinato a specialisti vascolari, per la pianificazione dell’impianto endo-protesico dell’aorta in pazienti colpiti da aneurisma; Panoxyvir, spray nasale in grado di prevenire e curare il raffreddore comune; WRAP, tecnologia per stampare in 3d medicazioni attive a base di chitosano per ferite croniche o chirurgiche.

“BioUpper- spiega Guido Guidi, Head Region Europe Novartis Pharma– ha dimostrato che, nel sostegno all’innovazione, oggi un cambio di passo è possibile, e che dalla collaborazione tra impresa, no-profit, investitori e mondo della ricerca può svilupparsi un percorso virtuoso capace di portare benefici a tutto il sistema, in particolare a un settore come quello delle bioscienze. Con BioUpper abbiamo sperimentato un modello che si è rivelato efficace e che ha potuto contare sull’attenzione e sensibilità reale delle istituzioni, il cui coinvolgimento è determinante per questo genere di iniziative. I primi segnali che stiamo raccogliendo, oggi oltre il 70% dei partecipanti ha già costituito o sta avviando un’impresa, ci hanno incoraggiato a lanciare una nuova edizione del progetto, che aspira a fare scuola al nostro Paese, e che conta su una contaminazione positiva delle scienze della vita con altri settori in un’ottica di open innovation”.

Anche quest’anno gli ambiti di applicazione del progetto sono le biotecnologie orientate alle scienze mediche, gli strumenti digitali al servizio della salute e i dispositivi medicali e servizi orientati al paziente o alla sanità. Ma ci sono delle novità: rispetto alla prima edizione, il periodo per presentare il proprio progetto è stato prolungato a tre mesi, così da dare la possibilità a un maggior numeri di startupper di candidarsi (fino al 30 settembre, dunque sarà possibile completare l’iscrizione attraverso il modulo sul sito www.bioupper.com). Inoltre i criteri di ammissibilità sono stati estesi oltre che ai progetti non ancora costituiti in forma giuridica, anche alle società fondate da non oltre 12 mesi dalla data di application, per dare spazio anche alle realtà neocostituite che grazie al percorso offerto da BioUpper, possono generare valore sul territorio nel breve medio termine.

I venti migliori team accederanno alla training week, un percorso di formazione per tradurre la propria proposta progettuale in un modello di business. Al termine i progetti verranno presentati in una sessione di pitch, davanti a una giuria costituita da rappresentati Novartis, Fondazione Cariplo, PoliHub, Humanitas, e altri esponenti della startup community, che selezionerà fino a un massimo di dieci progetti idonei al programma di accelerazione. Quest’ultimo, progettato sulle specifiche esigenze dei progetti selezionati, consentirà di potenziare le competenze tecniche e le attitudini imprenditoriali e di supportare concretamente i gruppi di lavoro nello sviluppo del proprio progetto di impresa. Al termine della fase di accelerazione, ciascun team presenterà i risultati raggiunti: i tre migliori riceveranno un contributo di 50 mila euro per sviluppare ulteriormente la loro starup.

Tra le novità c’è anche la partnership con Hacking Health, movimento internazionale impegnato nell’innovazione del mondo della salute e della cura, che verrà coinvolto nelle fasi intermedie del progetto – formazione e accelerazione – per consentire un’ulteriore contaminazione di idee e suggestioni tra i diversi attori del mondo della ricerca e dell’innovazione.

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