Anidride carbonica negli oceani, addio ricci di mare

    Che l’anidride carbonica non fosse un toccasana per l’atmosfera terrestre lo sapevamo da tempo. Cosa succede, invece, all’ambiente marino e agli oceani? Lo spiega uno studio dell’Università della California a Davis, condotto insieme insieme ad altri Istituti, compresa la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli: l’acidificazione delle acque, causata dall’anidride carbonica che finisce nei mari, ha un impatto sull’intero ecosistema, riducendo il numero e la varietà delle specie.

    Nel lavoro, pubblicato su Pnas, gli scienziati hanno analizzato alcune aree nelle acque intorno al Castello Aragonese, una fortificazione del XIV secolo sull’isola di Ischia, al largo delle coste italiane. Qui, i venti di origine vulcanica rilasciano naturalmente bolle di diossido di carbonio (anidride carbonica), che creano differenti livelli di acidità nella flora e nella fauna marina.

    I ricercatori hanno selezionato tre zone di rocce, rispettivamente a bassa, alta e altissima acidità, che corrispondono alle condizioni di oggi e a quelle previste nel 2100 e nel 2500. Rimuovendo poi gli animali e le piante dagli scogli, Kristy Kroeker, ricercatrice al Bodega Marine Laboratory dell’Università della California di Davis, si è immersa a intervalli di pochi mesi, per la durata di tre anni, per fotografare gli appezzamenti ed osservare come essi venivano ripopolati nelle zone a diversa acidità.

    “Nella maggior parte degli ecosistemi, ci sono differenti ‘chiazze’ colorate, vegetali e animali, di alghe, spugne e anemoni”, dice Kroeker. “L’acidificazione degli oceani può causare l’intero spostamento nell’ecosistema, che diventa dominato dallo stesso tipo di piante, di solito le alghe erbose: così si perde questa ‘diversità funzionale’ e tutto sembra uguale”.

    Infatti, nelle aree non acide, molte specie animali e vegetali, comprese le alghe erbose, colonizzano e crescono, mentre le specie calcaree, come le lumache e i ricci di mare, si nutrono di esse, favorendo la varietà del sistema. Al contrario, nelle zone ad alta e altissima acidità, le alghe crescono costantemente, mentre i ricci e le altre specie erbivore sono assenti o non si nutrono di alghe. “Il nostro studio mostra che se il ruolo di questi erbivori cambia con l’acidificazione degli oceani ci si potrebbe aspettare effetti a cascata sull’intero ecosistema”, conclude la ricercatrice.

    di Viola Rita

    Riferimenti: Pnas doi:10.1073/pnas.1216464110

    Credits immagine: ssalomons/Flickr

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