Grafene antibatterico

    Tentando di verificarne la tossicità, un gruppo di ricercatori del Laboratorio di Nanotecnologie e Nanoscienze (SNN-Lab) dell’Università Sapienza di Roma ha scoperto che le nanoplacchette di grafene – quelle usate per riconoscere sostanze nocive per l’organismo all’interno di diversi materiali – non sono dannose per la salute e che, anzi, sono in grado di contrastare l’azione di batteri, anche di quelli patogeni per l’uomo.

    Nel loro studio, pubblicato su Nano Letters, i ricercatori hanno infettato esemplari di Caenorhabditis elegans con un batterio, Pseudomonas aeruginosa, pericoloso anche per l’essere umano. Quindi hanno studiato la localizzazione delle nanoparticelle di grafene all’interno dei vermi dopo l’ingestione. Le nanoparticelle sono risultate prive di tossicità acuta e cronica, dimostrando al contrario una buona capacità antibatterica e aumentando l’attesa di vita dei nematodi.

    I graphite nanoplatelets (GNPs) hanno un vasto potenziale di applicazioni che va dalla nano-medicina (drug delivery e photothermal anticancer activity) ai biosensori, a filler per nanocompositi multifunzionali con ottime proprietà meccaniche, termiche ed elettromagnetiche.

    Riferimenti: Elena Zanni, Giovanni De Bellis, Maria P. Bracciale, Alessandra Broggi, Maria L. Santarelli, Maria S. Sarto, Claudio Palleschi, Daniela Uccelletti – Graphite Nanoplatelets and Caenorhabditis elegans: Insights from an in Vivo Model; DOI: 10.1021/nl204388p

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