Il profilo molecolare del tumore al seno resistenti ai farmaci

    Passi avanti nella ricerca sul tumore al seno, grazie al lavoro di un team guidato da due ricercatrici dell’Istituto Nazionale dei Tumori, Vera Cappelletti, biologa, e Maria Grazia Daidone, direttore del dipartimento di Oncologia Sperimentale e Medicina Molecolare. Realizzato con il sostegno di Airc, Cariplo e Ministero della Salute, lo studio ha stato identificato un profilo molecolare che caratterizza i carcinomi mammari resistenti al trattamento con antiestrogeni.

    I ricercatori dell’Int hanno raggiunto infatti importanti risultati nella ricerca di base sulle cellule staminali tumorali: seppur presenti in basso numero nei tumori umani, queste cellule sono in grado, da sole, di rigenerare l’intero tumore, di migrare in circolo e di dare origine alle metastasi.

    Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati su Oncotarget, ha utilizzato una tecnica altamente innovativa (Rna-seq), e con essa si sono evidenziati, proprio all’interno delle cellule staminali tumorali del carcinoma mammario, i geni responsabili della mancata risposta alla terapia ormonale attualmente in uso, quella con antiestrogeni.

    “Il tumore mammario, che nelle donne costituisce ancora la prima causa di morte per neoplasia, nel 70% dei casi si presenta all’esordio sotto forma di malattia sensibile agli ormoni. In questo caso si apre un’opportunità di cura con trattamenti anti-ormonali relativamente poco tossici ed altamente efficaci”, spiega Daidone. “Le pazienti che possono beneficiarne vengono identificate in base a caratteristiche intrinseche del tumore, come il recettore per gli estrogeni, un classico biomarcatore di sensibilità agli ormoni. Alcune pazienti però sviluppano resistenza nei confronti della terapia ormonale iniziale, e vengono trattate con farmaci antiormonali di seconda generazione, ad esempio l’antiestrogeno fulvestrant che si è dimostrato efficace anche nel trattamento di donne con tumori metastatici”.

    La ricerca, grazie a questo studio, ha fatto un passo in avanti importante: “Abbiamo individuato una specifica ‘firma’ molecolare che raggruppa 77 geni particolarmente attivi nei tumori delle donne che possono andare incontro a resistenza a questa terapia – continua Daidone. “A differenza dei biomarcatori di endocrino-resistenza finora individuati, questa firma molecolare è stata generata in un contesto biologico molto rilevante, poiché identificata da un confronto diretto tra cellule di carcinoma mammario del tutto simili, tranne che per le loro caratteristiche di staminalità. La presenza nei tumori di Rna messaggeri codificati da questi geni individua perciò la specifica sottopopolazione tumorale staminale, ritenuta responsabile della progressione metastatica, che spesso si ritrova arricchita in seguito ai trattamenti”.

    Riferimenti: In-depth characterization of breast cancer tumor-promoting cell transcriptome by RNA sequencing and microarrays; Maurizio Callari, Alessandro Guffanti2, Giulia Soldà, Giuseppe Merlino, Emanuela Fina, Elena Brini, Anna Moles, Vera Cappelletti, Maria Grazia Daidone; Oncotarget DOI: 10.18632/oncotarget.5810

    Credits immagine: “Carcinoma planoepitheliale keratodes laryngis”. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons”

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