Lazio, attacco ai consultori

    Olimpia Tarzia, Consigliere Regionale del Lazio (e fondatrice del Movimento per la Vita), ha presentato una proposta di legge regionale per trasformare i consultori da “strutture prioritariamente deputate a fornire una serie di servizi sanitari o parasanitari alle famiglie, a istituzioni vocate a sostenere e promuovere la famiglia e i valori etici di cui essa è portatrice”. Già da subito scompare “la donna”; una donna senza una famiglia a quanto pare non è un’entita contemplata.

    “Ai consultori”, continua il testo, “è affidato il delicato compito di vigilare sulla famiglia prevedendo e prevenendo le situazioni di crisi e sostenendola nel suo intero ciclo vitale”. Libero accesso alle strutture, inoltre, dovrebbe essere garantito a quelle associazioni di volontari portatrici della cultura familiare. Anzi, i consultori pubblici dovrebbero assumere la forma di consorzi partecipati anche dalle associazioni familiari. Ancora meglio, i consultori privati diretti dalle associazioni non a scopo di lucro (solitamente nel Lazio sono tutte ultracattoliche e antiabortiste) dovranno essere riconosciuti come enti pubblici e conseguentemente finanziati dalla Regione. Uno degli obiettivi primari, è la lotta all’aborto: “La norma delinea un percorso obbligatorio distinto in due autonomi procedimenti; il primo di accoglienza, di ascolto, di proposta di soluzioni concrete per prevenire l’interruzione volontaria di gravidanza ed il secondo – attivabile solo allorquando al donna rifiuti il consenso informato alle proposte del consultorio – disciplinato dalla legge 194/1978″.

    Tradotto: i consultori devono sempre e comunque essere contro l’aborto e fare di tutto per convicere una donna a non abortire (anche allettandola con eventuali e fantomatici assegni di sostegno); la donna deve sottostare a tutte questi tentativi che le fanno perdere tempo utile per interrompere la gravidanza nei tempi previsti dalla legge. 

    Il delirio prosegue con la proposta di istituzione di Comitati Bioetici composti secondo criteri di interdisciplinarità – cioè non da medici anche se nei consultori si parla soprattutto di salute della donna –   per la valutazione dei servizi alla famiglia che devono rispondere a canoni bioetici (e non più solo alla legge).

    Stiamo per tornare indietro di 50 anni, e queste sono solo alcune delle modifiche proposte dalla Tarzia – e firmate da una trentina di consiglieri di cui quattro dell’opposizione (che pare presto ritireranno le firme in seguito all’immediata sollevazione delle donne del loro partito politico, il Partito Democratico).

    5 Commenti

    1. Mi sembra una iniziativa, quella della riforma dei consultori proposta da on. Tarzia, peraltro con appoggio bipartisan, molto apprezzabile, servirà per offrire un servizio non burocratizzato.
      Peccato che alcune ideologie, di cui sono infarcite una sparuta minoranza di gente, su questo tema non consentono di capire le reali necessita delle famiglie, e negano i miglioramenti potenziali di un servizio.

    2. riguardo alla lettera del Sig.antonio non sono assolutamente daccordo, trovo l’intervento farneticante
      1 perchè è una legge regionale clerico-fascista che vuole scardinare due leggi nazionali: la 405 che ha fondato i consultori e la 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza, cui ha fatto seguito un referendum nazionale.
      2. mette sullo stesso piano consultori pubblici e privati anzi elimina quelli pubblici sopratutto l’importanza dei consultori era l’equipe consultoriale e non sono mai stati dei poliambulatori. Si vogliono far gestire da personale del movimento per la vita. Per dipiù c’è conflitto di interessi perchè la Tarzia è Presidente del Movimento per la vita ma anche vice Presidente dei consultori cattolici.
      Questa è una legge eversiva. Non deve assolutamente passare anche perchè esiste una risoluzione a livello europeo sui diritti riproduttivi delle donne e questa legge Tarzia vuole mettere sotto tutela sia gli uomini che le donne come se non fossero capaci a decidere di scegliere come e quando avere i figli. E’ contro qualsiasi autodeterminazione della donna.Cordiali saluti. Giovanna

    3. La proposta di legge induce sicuramente a confondere due piani: quello del sostegno alle famiglie e quello delle attività che nei consultori pubblici si effettuano per la promozione della salute della donna, della coppia, della famiglia e dell’adolescente e per la prevenzione dell’aborto, delle patologie femminili e delle malattie a trasmissione sessuale. Mi sembra inadeguata sotto entrambi i profili perchè non introduce novità sulle politiche familiari della Regione in favore della famiglia (servizi, lavoro, abitazione…) quindi non mette le famiglie nella condizione di accogliere nuove gravidanze. Contemporaneamente mina in maniera assoluta le attività di prevenzione che gli operatori consultoriali svolgono dall’istituzione dei consultori e che hanno portato ad un calo costante delle interruzioni volontarie di gravidanza dal 1978 ad oggi. A chi serve questa legge? Non migliora niente nella condizione delle donne e delle famiglie. Toglie fondi pubblici alle politiche familiari e alla prevenzione e li dà alle associazioni private. Invito Antonio a venire a conoscere i consultori direttamente e a leggere attentamente la proposta di legge.

    4. Gentilissimi, devo dire che in realtà trovo la legge Tarzia fondamentalmente buona a parte qualche piccola cosa che va rivista. Non trovo nulla di male ad affiancare strutture private a quelle pubbliche. non inporta se chi aiuta le ragazze in difficolta in un momento così delicato è laico o no. Per quanto risguarda i fondi pubblici, non trovo così strano che vengano dati a privati poiche il privato necessita di una gestione oculata dei fondi (se vuole sopravvivere) mentre, trovare nel pubblico il responsabile di cattiva gestione (leggi sprechi) è veramente ostico.

    LASCIA UN COMMENTO

    Please enter your comment!
    Please enter your name here