L’efficacia dei farmaci? Si scopre con la chemo-proteomica

    Uno studio apparso sulla rivista Molecular And Cellular Proteomics ha permesso di chiarire l’efficacia di una nuova molecola antitumorale, chiamata E-3810, scoprendo inoltre possibili bersagli per il farmaco precedentemente sconosciuti, che aprono ora le porte a nuove importanti applicazioni terapeutiche. L’autrice della scoperta è Tiziana Bonaldi, una giovane ricercatrice che dal 2008 è approdata all’Istituto Europeo di Oncologia grazie al programma Career Development Award della Fondazione Armenise-Harvard, dove sta conducendo una ricerca di “target deconvolution”, ovvero di caratterizzazione del repertorio dei bersagli molecolari di farmaci anti-tumorali. Nello studio, la ricercatrice ha utilizzato una nuova tecnica: la proteomica chimica, o chemo-proteomica.

    Si tratta di un nuovo approccio alla ricerca farmacologica, che sta emergendo come uno delle strategie più efficaci per comprendere in maniera più accurata il meccanismo molecolare di azione di farmaci in fase di studio. La proteomicachimica nasce dalla combinazione di varie metodologie sperimentali e offre la possibilità di testare contemporaneamente il legame di tutte le proteine cellulari con una molecola biologicamenteattiva (il farmaco) utilizzando condizioni molto vicine a quelle fisiologiche. L’analisi inoltre è omnicomprensiva (unbiased) e quindi ha la potenzialità di scoprire qualsiasi nuova proteina bersaglio, non solo quelle ipotizzabili sulla base di conoscenza a priori, ma anche quelle totalmente impreviste/inaspettate.

    Lo studio di Bonaldi si è concentrato sull’azione del farmaco E-3810, un inibitore multiplo dei recettori Tirosina-chinasiVegfrs, Fgfrs e Pdgfrs. Si tratta di proteine presenti sulla membrana delle cellule, che in caso di malfunzionamento possono contribuire allo sviluppo di tumori, stimolando la comparsa di nuovi vasi sanguigni. Tra i diversi farmaci antitumorali in via di sviluppo che hanno come bersaglio queste proteine, E-3810 ha il vantaggio di bloccare contemporaneamente più recettori, presentando quindi sia un’attività anti-proliferativa, sia una anti-angiogenica, riuscendo così a colpire il tumore su diversi fronti.

    Lo screening da un lato ha confermato la reattività e specificità del farmaco contro i bersagli noti, dimostrando cosi l’attendibilità dei risultati acquisiti mediante la piattaforma di chemo-proteomica; dall’altro ha permesso di scoprire un ventaglio di proteine bersaglio nuove, sfuggite agli screening tradizionali in quanto inattese, e quindi non incluse nella libreria di enzimi inizialmente utilizzata per testare la molecola.

    Tra i nuovi bersagli, Ddr2 (discoidin-domain receptor 2), un recettore Tirosina-chinasi particolarmente interessante poiché è coinvolto nel controllo della proliferazione cellulare ed è già stato proposto in passato come un potenziale bersaglio nella terapia del cancro, soprattutto in alcuni tipi di tumore al polmone. Questa scoperta apre ora la possibilità di nuove applicazioni terapeutiche per E-3810, anche in tumori che prima non si riteneva potessero essere curabili con questo tipo di farmaci.

    Riferimenti: Quantitative chemical proteomics identifies novel targets of the anti-cancer multi-kinase inhibitor E-3810; Mara Colzani, Roberta Noberini, Mauro Romanenghi, Gennaro Colella, Maurizio Pasi, Daniele Fancelli, Mario Varasi, Saverio Minucci e Tiziana Bonaldi; Molecular And Cellular Proteomics doi:10.1074/mcp.M113.034173

    Credits immagine: Jean-Etienne Minh-Duy Poirrier/Flickr

    Se avete ricerche e studi da segnalare alla redazione per la rubrica “Ricerca d’Italia” scrivete a redazione@galileonet.it

    LASCIA UN COMMENTO

    Please enter your comment!
    Please enter your name here