Science made in Italy (or by Italians)

    Tra pubblicazioni, premi e iniziative, questa settimana Italians ci porta soprattutto a Nord Est. E la Sissa di Trieste la fa da padrona.

    Cominciamo con una habitué: la proteina p53, il guardiano contro i tumori. Che giocasse un ruolo importante nella malattia di Huntington lo si sapeva già. Ora, però, è arrivato un nuovo studio a spiegare come tale ruolo si esplichi. Il meccanismo molecolare, che coinvolge p53 e la proteina mutata huntingtina, è stato infatti descritto da Giannino Del Sal del Laboratorio Nazionale CIB – Area Science Park e dell’Università di Trieste, in collaborazione con la Sissa (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati). La ricerca, condotta anche grazie a Telethon, è stata pubblicata su Pnas (“Ser46 phosphorylation and prolyl-isomerase Pin1-mediated isomerization of p53 are key events in p53-dependent apoptosis induced by mutant huntingtin”, Alice Grisona, Fiamma Mantovania, Anna Comela, Elena Agostonic, Stefano Gustincichc, Francesca Persichettic, Giannino Del Sal; doi: 10.1073/pnas.1106198108)

    Imparare per imitazione, e imitare per empatia. È questo l’“algoritmo” che sottosta al più economico processo di apprendimento umano, il classico “guarda e impara”. Nel corso dei loro studi, i ricercatori della Sissa hanno scoperto che a promuovere le risposte imitative è l’empatia. In che modo, lo spiegano Cristiano Crescentini, Paola Mengotti, Raffaella Rumiati e Alessandro Grecucci (quest’ultimo del Cimec di Trento) su Brain Research: un contesto emotivo prosociale influenza i sistemi neurali deputati al controllo motorio, favorendo l’identificazione con un’altra persona e la riproduzione delle sue azioni. I ricercatori hanno osservato che questo non si verifica quando il modello da imitare è un agente non biologico, come per esempio un robot: replicare un gesto è più facile quando il modello da imitare è un altro essere umano (“The effect of observed biological and non biological movements on action imitation: An fMRI study”, Cristiano Crescentini, Paola Mengotti, Alessandro Grecucci, Raffaella Ida Rumiati, Brain Res. (2011), doi:10.1016/j.brainres.2011.08.077).

    I principali fattori di rischio noti per il melanoma sono l’esposizione ai raggi solari e alcuni fenotipi di nei; quelli per il adenocarcinoma renale includono il fumo, l’obesità e l’ipertensione. Mai, fino ad ora, questi due tipi di cancro erano stati associati. Adesso, un nuovo studio apparso su Nature ha individuato una predisposizione genetica che sembra sottostare a entrambi i tumori: la proteina Mitf (microphthalmia-associated transcription factor). La ricerca, guidata dall’Institut de Cancérologie Gustave Roussy, in Francia, ha visto la collaborazione dell’Università di Genova (“A SUMOylation-defective MITF germline mutation predisposes to melanoma and renal carcinoma”, Corine Bertolotto, Fabienne Lesueur, Sandy Giuliano, Thomas Strub, Mahaut de Lichy, Karine Bille, Philippe Dessen, Benoit d’Hayer, Hamida Mohamdi, Audrey Remenieras, Eve Maubec, Arnaud de la Fouchardière, Vincent Molinié, Pierre Vabres, Stéphane Dalle, Nicolas Poulalhon, Tanguy Martin-Denavit, Luc Thomas, Pascale Andry-Benzaquen, Nicolas Dupin, Françoise Boitier, Annick Rossi, Jean-Luc Perrot, Bruno Labeille,Caroline Robert, et al., doi:10.1038/nature10539).  

    Sempre su Nature segnaliamo un altro studio, questa volta di astrofisica sulle novae: “Kelvin–Helmholtz instabilities as the source of inhomogeneous mixing in nova explosions”, a cui ha contribuito l’Università di Pisa (Jordi Casanova,  Jordi José,  Enrique García-Berro,  Steven N. Shore &  Alan C. Calder, Nature doi:10.1038/nature10520).

    I ricercatori dell’Istituto Telethon di Genetica e Medicina (Tigem) di Napoli guidati da Antonella De Matteis hanno identificato uno dei meccanismi che contribuisce a determinare l’insufficienza renale nelle persone con Sindrome di Lowe. Chi soffre di questa rara malattia genetica è colpito da ipotonia, ritardo mentale e motorio, cataratta congenita, glaucoma e disturbi del comportamento. Nello studio, pubblicato su Embo Journal, gli scienziati hanno chiarito in che modo l’alterazione del gene OCRL1, che determina l’insorgere della malattia, provochi danni a livello renale. Come spiegano gli scienziati, la presenza della mutazione in questo tratto di Dna impedisce alle cellule di riassorbire dalle urine le proteine che non vanno eliminate. Questo causa proteinuria che, in ultimo, determina insufficienza renale, a sua volta principale causa di morte nei pazienti con Sindrome di Lowe. La scoperta potrebbe permettere in futuro si sviluppare dei farmaci in grado di ripristinare il corretto traffico di sostanze nei reni. 

    Nel campo della filosofia invece segnaliamo il ritrovamento, e la pubblicazione del testo, del famoso manoscritto sull’etica del filosofo Baruch de Spinoza (Ethica more geometrico demonstrata). Unico esemplare al mondo, il testo rinvenuto nella Biblioteca Vaticana risale al 1675, due anni prima della morte del filosofo e della pubblicazione, stampata, della stessa opera, dalla quale si distinguerebbe per alcune trasformazioni stilistiche. La pubblicazione del testo trascritto nel libro The Vatican manuscript of Spinoza’s Ethica (Brill 2011) è a cura di Pina Totaro dell’Istituto per il Lessico intellettuale europeo e storia delle idee (Iliesi-Cnr) e di Leen Spruit dell’Università La Sapienza di Roma.

    Parliamo ora di viaggi e ricerca. La spedizione MarcoPolo, il progetto scientifico della Sissa di Trieste partito nel 2010 e che ripercorre la Via della Seta studiando la genetica delle popolazioni e del gusto, è giunto ormai alla sua penultima tappa, in Crimea. Contemporaneamente, il responsabile della spedizione, Paolo Gasparini dell’Università di Trieste ha ricevuto il Premio Grande Ippocrate per la scienza e la divulgazione, promosso da Novartis e dall’Unione Nazionale Medico Scientifica d’Informazione (UNAMSI).

    Infine segnaliamo un altro importante riconoscimento per i ricercatori italiani. Luigi Guzzo, astronomo dell’Inaf-Osservatorio Astronomico di Brera si è aggiudicato un finanziamento di 1,7 milioni di euro da parte dell’European Research Council. Lo ha fatto presentando ai bandi per il 2011 il progetto “Illuminating dark energy with the next generation of cosmological redshift surveys” con il quale intende capire, una volta per tutte, se l’energia oscura esista o se invece si debbano rivedere le equazioni di Einstein, come dichiarato dallo stesso ricercatore. In particolare l’astronomo e il suo gruppo di ricerca studieranno la distribuzione delle galassie, per capire se il nostro universo si stia espandendo accelerato da un’energia oscura o se si tratti solo di un’illusione.

    Chiudiamo con un avviso. La Sissa di Trieste ha appena stanziato un fondo di 440 mila euro per attrarre giovani talenti da tutto il mondo. Attraverso una procedura selettiva pubblica, valuterà e finanzierà i migliori progetti di ricerca nel campo della fisica, della matematica e delle neuroscienze proposti da chi è in possesso del titolo di dottorato da non più di otto anni. Il bando scade il 30 novembre 2011 ed è aperto ai giovani ricercatori esterni alla Scuola.

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