Scienza made in Italy (or by Italians)

    Un’inaspettata azione della nicotina sul cervello, la capacità dei cebi di stabilire la rigidità degli oggetti, il ruolo dell’insulina nell’Alzheimer e l’effetto della stimolazione magnetica per la riabilitazione da ictus. Ecco cosa ci riserva la nostra rubrica.

    La nicotina aumenta la capacità della “memoria di lavoro”, quella dove vengono immagazzinate temporaneamente le informazioni appena acquisite, prima di usarle per un determinato compito. La ricerca, realizzata dall’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Cnr (Ibfm-Cnr) di Milano-Segrate in collaborazione con Alice Mado Proverbio, docente di Psicobiologia dell’Università di Milano-Bicocca, è stata presentata a Washington, al Congresso mondiale della Society for Neuroscience. Allo stesso tempo, la sostanza sembra limitare acuni processi della scelta del movimento del cervello. Per questo motivo i ricercatori ne suggeriscono l’impiego nello sviluppo di trattamenti contro principali sintomi riportati dai pazienti colpiti da morbo di Parkinson.

    Anche i cebi dai cornetti sono in grado di stabilire la flessibilità o rigidità di un oggetto, capacità che nell’essere umano si presenta tra i due e i tre anni. A dimostrarlo uno studio realizzato da Gloria Sabbatini ed Elisabetta Visalberghi dell’Istc-Cnr di Roma, in collaborazione con il Max Planck Institute di Lipsia in Germania, nel quale otto di queste scimmie sudamericane dovevano usare lo strumento adatto (rigido) da usare per prendere un pezzo di banana poggiato fuori dalla loro portata. Potevano scegliere tra tre strumenti uno rigido e due flessibili, differenti anche per colore, diametro e materiale. Gli animali si sono dimostrate in grado di scegliere l’oggetto giusto ma solo a condizione di manipolarlo direttamente o vederlo manipolare da uno dei ricercatori. Per essere certi che i cebi non avessero creato soltanto un associazione rigido-premio (banana) ma davvero comprendessero le proprietà degli oggetti, gli studiosi hanno realizzato un secondo esperimento. In questo caso le scimmie dovevano, per estrarre lo yogurt dal fondo di un tubo piegato a gomito, scegliere un bastoncino flessibile che si piegasse e seguisse l’ansa del tubo. Lo studio è stato pubblicato su Animal Cognition. (HM Manrique, G Sabbatini, J Call, E Visalberghi;Tool choice on the basis of rigidity in capuchin monkeys; DOI: 10.1007/s10071-011-0410-9)

    Anche i ricercatori della Fondazione Santa Lucia e dell’Università di Roma “Tor Vergata” fanno parte del network multidisciplinare che ha individuato un nuovo gene – il ventitreesimo – associato della paraplegia spastica ereditaria, una rara malattia neurodegenerativa di origine genetica che colpisce una persona ogni 10mila. Il gene identificato dal network si chiama RTN2, è associato alla forma pura e non quella complicata della malattia (nella seconda oltre a spasticità progressiva e debolezza muscolare degli arti inferiori si verificano anche anomalie della vista, sordità e/o ritardo mentale), e contiene le informazioni per codificare la proteina reticulone 2, necessaria alla formazione corretta del reticolo endoplasmatico cellulare, dove vengono prodotte le proteine. Lo studio è stato realizzato con University of Miami (Usa), Cambridge University e University of Wales (Regno Unito), Università di Tubinga (Germania), Todai – University of Tokyo (Giappone), Universitat Antwerpen (Belgio) è stato finanziato in Italia da Telethon, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e dall’Università di Roma Tor Vergata.

    Meccanismi molecolari che coinvolgono l’insulina, comuni al diabete di tipo II e alla Malattia di Alzheimer sono invece stati individuati dai ricercatori degli Istituti di biomedicina e immunologia molecolare (Ibim) e di biofisica (Ibf) del Cnr di Palermo e quelli del Dipartimento di Fisica dell’Università di Palermo. Punti in comune tra le due patologie erano già stata individuati. Ora questo studio, pubblicato su Aging Cell, mostra che la somministrazione di insulina su un modello di neuroni animali “malati di Alzheimer” annulla l’effetto della proteina beta-amiloide (A-beta) il cui accumulo è responsabile della formazione delle placche, una delle principali cause della progressiva degenerazione cellulare. (P Picone, D Giacomazza, V Vetri, R Carrotta, V Militello, PL. San Biagio, M Di Carlo – Insulin activated Akt rescues Aβ oxidative stress-induced cell death by orchestrating molecular trafficking; DOI: 10.1111/j.1474-9726.2011.00724.x).

    La stimolazione magnetica non invasiva del cervello, detta transcranica, aiutano il recupero dell’uso degli arti in chi ha subito un ictus.  I dati provengono da una ricerca italiana (un trial randomizzato) coordinata dall’Università di Bologna e appena pubblicata su Neurology.  Sembra, infatti, che la stimolazione magnetica transcranica (TMS), già sperimentata da altri centri di ricerca (vedi Galileo, “Ictus, terapia a vibrazione”) è infatti in grado di creare uno stato transitorio in cui la corteccia motoria lesa, liberata dall’interferenza della corteccia motoria sana, diventa più attiva e plastica, cioè più “aperta” alle esperienze e a ri-apprendere i movimenti, beneficiando maggiormente delle tecniche di riabilitazione motoria. Gli esercizi, praticati con il fisioterapista, a loro volta aumentano e stabilizzano l’attività della corteccia motoria lesa, creando così un circolo virtuoso (Low-frequency rTMS promotes use-dependent motor plasticity in chronic stroke, A. Avenanti, PhD, M. Coccia, MD, E. Ladavas, PhD, L. Provinciali, MD and M.G. Ceravolo, MD, doi: 10.1212/WNL.0b013e3182436558

    Il catalogo delle sorgenti di raggi gamma del satellite Fermi (della Nasa, ma con forte partecipazione italiana) ha più di 1.800 elementi. Oggi se ne aggiunge un altro. La nuova sorgente è anche molto particolare: è un sistema binario di due stelle (una rarità, visto che ve n’è solo una mezza dozzina nella lista) e per di più è la più brillante tra quelle non ancora identificate dalla sonda.  Si chiama 1FGL J1018.6-5856 e ha periodo di 16,5 giorni. La sua binarietà è stata scoperta proprio grazie all’emissione gamma, colto da telescopio X a bordo della missione SWIFT (altra missione Nasa con forte partecipazione Italiana). La scoperta, cui hanno contribuito gli scienziati dell’Inaf, è stata riportata su Science (Periodic Emission from the Gamma-Ray Binary 1FGL J1018.6–5856; The Fermi LAT Collaboration, DOI: 10.1126/science.1213974).

    I dati registrati presso le stazioni meteorologiche sono in genere affetti da errori dovuti a cause tecniche: spostamenti delle stazioni, sostituzione della strumentazione o variazioni degli orari di osservazione. Per questo motivo gli studiosi ‘ripuliscono’ le serie meteorologiche attraverso un’omogeneizzazione’ dei dati. La Cost Action ‘Home’, che coinvolge l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima dell’Isac-Cnr di Bologna, il dipartimento delle Scienze della Terra dell’Università di Torino e altri ricercatori da 27 paesi europei, oltre ad Australia, Andorra e Stati Uniti, ha studiato le performance dei vari metodi di omogeneizzazione, e ha realizzato un software basato sui metodi che hanno dato i risultati migliori. La ricerca è stata appena pubblicata sulla rivista Climate of the Past (Benchmarking homogenization algorithms for monthly data; doi:10.5194/cp-8-89-2012).

    Questa settimana, i ricercatori italiani spopolano sulle riviste del gruppo Nature. Li segnaliamo. Da Nature Geology: “Life in the hydrated suboceanic mantle” , del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia (DOI: 10.1038/ngeo1359

    Da Nature Neuroscience: “SK channel modulation rescues striatal plasticity and control over habit in cannabinoid tolerance”, guidato dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova (DOI: 10.1038/nn.3022)

    Da Nature Climate Change: “Continent-wide response of mountain vegetation to climate change” (DOI: 10.1038/nclimate1329), cui hanno collaborato le università del Molise, di Pavia e di Parma.

    Da Nature: “The genetic basis of early T-cell precursor”, che ha visto la collaborazione dell’Università di Padova (doi:10.1038/nature10725).

    Infine una segnalazione. Il premio Bruno Rossi 2012 – il riconoscimento internazionale più ambito nel campo dell’astrofisica delle alte energie, promosso dall’American Astronomical Society – è stato assegnato al team del satellite italiano AGILE e al suo responsabile Marco Tavani, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.  Agile è infatti il frutto della collaborazione tra l’Inaf, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

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