Scienza made in Italy (or by Italians)

    Tumori, cellule staminali, fisica e buchi neri. Decisamente variegato il menù di questa settimana.

    Il meccanismo molecolare che favorsce l’angiogenesi nel melanoma è stato individuato da un gruppo di ricerca coordinato da Donatella Del Bufalo, grazie a uno studio condotto da Daniela Trisciuoglio del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Regina Elena di Roma. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Cell Death and Differentiation. Gli studiosi hanno individuato la regione della proteina Bcl-2, presente in numerose neoplasie responsabile dell’angiogenesi: il dominio BH4 (Trisciuoglio D, Gabellini C, Desideri M, Ragazzoni Y, De Luca T, Ziparo E, Del Bufalo D. Involvement of BH4 domain of bcl-2 in the regulation of HIF-1-mediated VEGF expression in hypoxic tumor cells; doi:10.1038/cdd.2010.175).

    Sempre su Cell Death and Differentiation, i ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia, dell’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare e dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica hanno dimostrato che le cellule staminali embrionali ottenute con la riprogrammazione genetica di cellule adulte possono causare alterazioni del DNA potenzialmente in grado di favorire l’insorgenza di tumori. La ricerca è stata condotta in collaborazione con il Dipartimento di Biologia Molecolare dell’Università di Ginevra e la École Polytechnique Fédérale di Losanna (C E Pasi, A Dereli-Öz, S Negrini, M Friedli, G Fragola, A Lombardo, G Van Houwe, L Naldini, S Casola, G Testa, D Trono, P G Pelicci e T D Halazonetis.  Genomic instability in induced stem cells; doi:10.1038/cdd.2011.9).

    Uno studio coordinato da Giorgio Merlo dell’Università di Torino ha chiarito il meccanismo con cui si formano particolari cellule nervose, alterate in diverse malattie non solo genetiche. I ricercatori hanno scoperto che la proteina segnale Wnt5a dirige il comportamento delle cellule staminali presenti nel cervello, e le induce a formare un tipo specializzato di cellule nervose, i neuroni GABAergici. Alterazioni nella quantità o nella qualità di questi neuroni o nel loro processo di sviluppo sono state associate a malattie, tra cui la corea di Huntington, la sindrome di Rett, l’epilessia e la sindrome fetale alcolica. Lo studio è stato pubblicato Journal of Neuroscience (S.Paina, D. Garzotto, S. DeMarchis, M. Marino, A. Moiana, L. Conti, E. Cattaneo, M. Perera, G. Corte, E. Calautti, G. Merlo “Wnt5a is a transcriptional target of Dlx homeogenes and promotes differentiation of interneuron progenitors in vitro and in vivo”; doi:10.1523/JNEUROSCI.3110-10.2011).

    Tullio Scopigno e Giancarlo Ruocco del dipartimento di Fisica della Sapienza di Roma hanno firmato, insieme a un team internazionale, uno studio pubblicato su Nature Communication. I ricercatori hanno trovato il modo di osservare la struttura superficiale dei materiali amorfi (come il vetro, i materiali polimerici e plastici di cui sono fatti per esempio cd e dvd), scoprendo che questa produce una sorta di guscio protettivo (T. Scopigno, W. Steurer, S.N. Yannopoulos, A. Chrissanthopoulos, M. Krisch, G. Ruocco, T. Wagner “Vibrational dynamics and surface structure of amorphous selenium” doi:10.1038/ncomms1197).

    Un team di ricercatori internazionale guidato da Fabrizio Tamburini dell’Università di Padova ha fornito la prova della rotazione dei buchi neri, descritta nella teoria della relatività generale di Einstein. Secondo lo studio, pubblicato su Nature Physics, un buco nero rotante causerebbe una torsione nella luce che vi passa accanto, generando delle vorticità nei fotoni. Questo fenomeno permetterebbe di evidenziare il moto di rotazione e potrebbe aiutare a spiegare la natura dei buchi neri al centro delle galassie (Twisting of light around rotating black holes Fabrizio Tamburini, Bo Thidé, Gabriel Molina-Terriza, Gabriele Anzolin doi:10.1038/nphys1907).

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