Bluetooth, la parola agli oggetti

    E’ mattina e il signor Rossi esce di casa. La porta gli si richiude alle spalle mentre in strada la sua automobile si mette in moto, sintonizza la stazione radio preferita, accende il riscaldamento e apre lo sportello, invitandolo a entrare. Durante il viaggio, il pc portatile si collega allo stereo e “legge” a voce le ultime e-mail. Giunto in aeroporto, il telefonino compie automaticamente il check-in, e mostra sul display cancello d’imbarco e posto assegnato. Una volta in aereo, la hostess accoglie Rossi porgendogli il suo drink preferito. Sogno fantascientifico? Forse. Ma qualcuno sta lavorando sodo per trasformarlo in realtà e questo scenario potrebbe diventare la prossima fermata del vertiginoso sviluppo tecnologico. Il progetto si chiama Bluetooth e si tratta di un nuovo protocollo di comunicazione che permette scambi di dati via radio, a basso costo e a corto range (non più di cento metri) tra tutti gli oggetti nei quali sia inserito un piccolo microchip, grande appena qualche millimetro. Ci lavorano tecnici e ricercatori dei maggiori colossi dell’information technology: da Motorola a Ericsson, da Ibm a Hewlett-Packard. Tutti gli “apparati Bluetooth” possono comunicare tra loro, senza alcun intervento umano: “Se vi guardate intorno, ogni oggetto che ora vedete sarà connesso a tutti gli altri”, afferma entusiasta Jan Ahrebing, vice presidente marketing della Ericsson.

    E a sentire i numeri emersi durante la conferenza (http://www.1wri.com/bluetooth99/) tenutasi la settimana scorsa a Los Angeles e organizzata dal “Bluetooth Sig” (gruppo speciale di interesse) che ha il compito di sperimentare, migliorare e diffondere la nuova tecnologia, il sogno potrebbe divenire reale assai presto. Entro la fine del 2001 oltre cento milioni di telefonini, e diversi milioni di altri apparecchi, saranno dotati del nuovo microchip e potranno quindi comunicare tra loro. Non solo: “la nuova tecnologia si diffonderà sempre più negli oggetti quotidiani, persino nei vestiti”, afferma Michael Hawley, che lavora al Media Lab del Massachusetts Institute of Technology. D’altronde, senza grandi clamori, il primo telefonino Bluetooth è già sul mercato, presentato dalla Ericsson lo scorso 15 novembre.

    La parola chiave per lo sviluppo di questo nuovo sistema di comunicazione è Personal Area Network (Pan – http://www.mot.com/bluetooth/pan/index.html): intorno a ogni apparecchio elettronico si crea una sfera invisibile con un raggio che può raggiungere i cento metri. Ogni altro oggetto Bluetooth che entra nella sfera Pan, viene individuato e, istantaneamente, inizia a inviare e ricevere dati: i pc portatili aggiornano i file e scaricano le e-mail dal computer dell’ufficio, i telefonini si scambiano le informazioni sui rispettivi proprietari e il loro display diventa un biglietto da visita. E ancora: l’agenda elettronica paga il biglietto del cinema in cui si entra, addebitando su carta di credito, dato che il software che gestisce il processo è crittografato ed estremamente sicuro. Insomma, un “chiacchericcio” costante e automatico tra gli oggetti senza bisogno di alcun intervento da parte nostra. La comunicazione avviene a una frequenza radio di 2,4 Gigahertz, un canale libero in ogni parte del mondo. E questo significa avere, da subito, una tecnologia standard a livello internazionale, indispensabile per chi viaggia.

    Ma quali sono gli oggetti che possono diventare “Bluetooth”? Tutti quelli in cui è possibile inserire il piccolo microchip necessario per comunicare. “Sostanzialmente tutto ciò che può essere acceso e spento: automobili, elettrodomestici, case, uffici, negozi”, afferma infatti Jan Ahrebing. Gli scenari aperti dalla nuova tecnologia, uniti al basso costo di produzione dei microchip, hanno attirato l’attenzione delle maggiori compagnie mondiali: al ristretto nucleo che ha ideato Bluetooth nel maggio dell’anno scorso (Ericsson, Ibm, Nokia, Intel e Toshiba), si sono infatti già unite oltre mille aziende leader: da Sony a Motorola, da Compaq a Hewlett-Packard, da Microsoft a Dell, tutte consorziate nel “Bluetooth Sig” (http://www.bluetooth.com).

    Sebbene Microsoft sia della partita, l’unico tra i big ad apparire ancora scettico è Bill Gates che, rivolgendosi ai suoi azionisti durante l’annuale (http://www.microsoft.com/MSFT/speech/analystmtg99/gatesfam99.htm) meeting finanziario, ha affermato: “Non credo che gli oggetti Bluetooth saranno molto diffusi. Penso piuttosto che i nostri prodotti Microsoft potranno connettersi, senza fili, ai normali telefoni tramite gli standard di comunicazione Bluetooth”.

    Eduardo De Filippo amava raccontare un curioso aneddoto. Una volta qualcuno gli telefonò presentandosi con un “Qui è la televisione”. La risposta fu fulminante: “Un momento che le passo il frigorifero”. Oggi, a distanza di soli vent’anni, questa non sarebbe più una battuta.

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