Vita

Anche i bonobo collaborano per uno scopo comune

Lo facciamo di continuo ed è una delle caratteristiche che come specie più ci distingue. Collaboriamo, continuamente, e come scrive lo storico Yuval Noah Harari nel best seller “Homo Deus” è proprio questa “capacità di cooperare il modo flessibile su larga scala” il segreto del nostro successo (nel bene e nel male). “Il fattore cruciale per la conquista del mondo è stata la nostra abilità di connettere molti uomini gli uni con gli altri”, scrive. E di muoversi insieme verso interessi comuni, mossi da credenze nei diversi miti, religiosi quanto laici che siano, racconta Harari. Siamo unici in questo, ricorda oggi uno studio sulle pagine di Science Advances, ma forse meno di quanto credessimo. Infatti, raccontano i ricercatori, anche i bonobo (Pan paniscus), nostri vicini parenti, sono capaci di collaborare, condividendo uno scopo comune, mostrando una sorta di senso di responsabilità e comprendendo i singoli ruoli.

Bonobo alle prese con il grooming

Per capire se e come i bonobo siano capaci di impegnarsi in un compito sociale, che coinvolga più individui, i ricercatori hanno osservato il comportamento di alcuni animali ospitati presso il giardino zoologico di La Vallée des Singes, in Francia. Nel dettaglio hanno osservato la loro tendenza a riprendere o meno un’attività dopo essere stati interrotti. Ma il tipo di attività, così come le interruzioni, potevano essere diverse. Pur parlando sempre di grooming – l’attività di toelettatura della pelliccia, importante per lo stabilirsi di legami che si osserva in molti animali – i bonobo possono spulciare se stessi o un loro simile. Parimenti, nelle loro attività possono essere interrotti singolarmente – per esempio tramite la chiamata di uno sperimentatore che li attira con del cibo – o tutti insieme, per esempio con il movimento delle porte delle uscite del parco zoologico che li ospita. Osservando le risposte degli animali dopo le interruzioni i ricercatori si sono fatti un’idea della tendenza o meno a collaborare dei bonobo.

L’idea è che questi animali collaborino, sentano in qualche modo l’impegno con qualcun altro. Perché? L’esempio potrebbe essere quello mostrato in uno dei video raccolti dai ricercatori, che vede protagonisti due bonobo, David e Ukela. La situazione è questa: David sta facendo grooming su Ukela, fino a quando entrambi – e tutto il gruppi di bonobo di cui fanno parte – non vengono disturbati. Tutte le attività si interrompono e i bonobo corrono verso le porte delle tende del parco. Passa qualche tempo, Ukela si avvicina a David, che riprende la sua attività di toelettatura. Cosa significa tutto questo? Succede lo stesso quando un bonobo sta semplicemente facendosi grooming da sé? Dipende dal tipo di relazione tra gli animali la possibilità di riprendere quanto interrotto?

“Fedeli” all’impegno preso

No, le cose cambiano radicalmente quando si tratta di attività personali o condivise. È molto più probabile che i bonobo riprendano da dove avevano lasciato se erano impegnati con qualcuno, mostrando una sorta di fedeltà all’impegno preso: anche i ruoli venivano mantenuti. Chi faceva la toelettatura, continuava a farla, chi la subiva lo stesso. A prescindere dal tipo di relazione o gerarchia che legava i primati. Ma non solo: se la causa dell’interruzione era individuale, quando l’attività riprendeva gli animali si impegnavano di più a comunicare con l’altro, come a riconoscere e manifestare una responsabilità personale verso il partner, scrivono gli autori nel paper. Quanto osservato, continuano, suggerisce l’esistenza di “capacità cognitive in grado di sostenere un impegno comune”. Magari non proprio come gli esseri umani, concludono gli scienziati, ma in un modo che li ricorda molto da vicino.

Riferimenti: Science Advances

Credits immagine di copertina: mmcclain90 via Pixabay

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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