Rimandata a data da destinarsi la scoperta del bosone di Higgs. Ovvero la particella necessaria per passare al vaglio la correttezza del modello standard, la teoria oggi utilizzata per spiegare i fenomeni che accadono nell’Universo. È il risultato delle nuove stime comunicate dagli scienziati al Dipartimento dell’energia statunitense. Questo è l’ente finanziatore del Tevatrone, presso il Fermilab di Chicago. Si tratta dell’unico acceleratore di particelle oggi disponibile per lo studio del bosone. La difficoltà di reperire particelle da far collidere nella speranza di produrre l’Higgs e l’età ormai avanzata dell’apparato sperimentale hanno infatti vanificato le previsioni iniziali. L’esistenza del bosone di Higgs è cruciale per giustificare, nel contesto del modello standard, la massa dei corpi. Dunque, la sua presenza o assenza è una conferma o una smentita per l’intera teoria. L’ultimo avvistamento della particella è avvenuto nel 2000 al Cern di Ginevra. In quell’occasione, però, l’incertezza sperimentale non ha permesso di ottenere risposte definitive. Ai fisici non resta quindi che confidare in Lhc, il nuovo esperimento in fase di allestimento al Cern. Lhc entrerà in funzione nel 2007 e permetterà di studiare tutto l’intervallo delle masse in cui la particella deve cadere, se esiste. Un primo risultato è atteso entro il 2009 quando sarà possibile confermare o smentire il precedente avvistamento. (g.p.)
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