Se qualcuno crede di poter sviluppare le proprie capacità intellettive grazie ai videogiochi di brain training, sviluppati apposta per allenare il cervello, si sbaglia. Secondo uno studio britannico pubblicato su Nature e promosso dalla Bbc, navigare in internet avrebbe gli stessi effetti.
Un gruppo di scienziati del londinese King’s College in collaborazione con il Bbc Lab ha reclutato 11.450 volontari – di età compresa fra i 18 e i 60 anni – tra gli spettatori di un programma scientifico della popolare emittente britannica, “Bang Goes the theory”, sottoponendoli per sei settimane a un esperimento sui software di brain training. Divisi in tre gruppi, ai primi due è stato chiesto di dedicare dieci minuti al giorno, per tre volte a settimana, a questi giochi: mentre gli uni si allenavano con attività di ragionamento, pianificazione e problem solving, gli altri mettevano alla prova la memoria a breve termine, l’attenzione e le capacità matematiche. Al terzo gruppo di volontari è stato invece chiesto di spendere lo stesso tempo navigando in internet. Finito l’esperimento, i giocatori non avevano fatto progressi in termini di ragionamento, memoria, pianificazione o abilità matematiche: avevano solo migliorato la loro destrezza nelle attività ripetitive. Secondo Adrian Owen, neuroscienziato del Medical Research Council e direttore della ricerca, i risultati sono chiari. A livello statistico, non ci sono differenze significative nei miglioramenti osservati tra i partecipanti che si sono dedicati ai giochi e quelli che hanno trascorso lo stesso tempo in Internet.
In molti sostengono però che bisogna investigare ancora per capire se i giochi di brain training – la cui industria, solo negli Usa, ha fatturato circa 80 milioni di euro nello scorso anno – possano aiutare a mantenere il cervello “in forma” con il passare del tempo. Soprattutto nel caso di persone anziane o con problemi cognitivi e di memoria. La stessa Nintendo, però, dice che nessuna prova scientifica ha ancora confermato il potenziamento delle funzioni cognitive dei giocatori. (a.o.)
Riferimento: DOI:10.1038/nature09042