Bruciare la legna aumenta l’inquinamento in città

via Pixabay

Bruciare la legna può inquinare l’ambiente. A Dublino (ma potrebbe valere per tante altre città europee) sono stati rilevati straordinari livelli di inquinamento atmosferico, che superano il valore limite di riferimento un giorno ogni cinque. E la concentrazione di aerosol di particolato di dimensioni submicrometriche (inferiori ai millesimi di millimetro), PM1, è elevata, dato che superiore 300 microgrammi per metro cubo. A mostrare questi dati è uno studio internazionale cui ha preso parte anche l’Italia con Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac). La ricerca rivela come il riscaldamento domestico anche mediante la combustione della legna giochi un ruolo importante nell’inquinamento urbano. I risultati sono pubblicati su Nature Sustainability.

“Tale inquinamento è attribuito alle emissioni da combustibili solidi ad uso domestico”, spiega Maria Cristina Facchini, direttore del Cnr-Isac, coautrice dello studio. “Le analisi chimiche ci hanno permesso di identificare le impronte digital’ delle diverse sorgenti nel particolato analizzato. A Dublino il consumo di torba e legna riguarda rispettivamente il 12% e l’1% delle abitazioni, prosegue la ricercatrice. “La combustione di questi materiali contribuisce fino al 70% della concentrazione di PM1 durante gli episodi notturni di picco di inquinamento presi in esame”.

I picchi sono associati a condizioni di freddo e stagnazione dell’atmosfera, quando si consuma più combustibile per riscaldamento domestico e c’è meno dispersione. “La green agenda, per limitare l’impatto umano sul clima, promuove il passaggio da combustibili fossili a fonti rinnovabili o a basso tenore di carbonio. In termini di riscaldamento domestico, la scelta ricade spesso sulla legna (inclusi i pellets)”, prosegue il direttore del Cnr-Isac, “l’impatto di questa biomassa sui livelli di inquinamento va valutato con attenzione se si considera che si prevede che il loro consumo triplichi globalmente dal 2010 al 2030. I risultati di questo studio suggeriscono che sia opportuno introdurre delle regolamentazioni sull’uso della biomassa come combustibile per il riscaldamento domestico. Inoltre, è necessario implementare strategie win-win, che prevedano azioni per mitigare il cambiamento climatico e contemporaneamente migliorare la qualità dell’aria”.

Riferimenti: Consiglio Nazionale delle Ricerche, Nature Sustainability

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