Categorie: Spazio

Buon compleanno, Curiosity!

È tutto pronto per festeggiare Curiosity, il rover della Nasa atterrato su Marte esattamente un anno fa (il 6 agosto 2012), che oggi spegne la sua prima candelina. Per celebrare l’evento l’agenzia spaziale ha realizzato, mediante le immagini della Hazard-Avoidance Camera del rover, un filmato intitolato “Twelve months in two minutes” (“Dodici mesi in due minuti”) e dedicherà all’anniversario una diretta streaming che può essere seguita, a partire circa dalle nostre ore 16,45, su Nasa Tv e Ustream. Nella diretta, tra l’altro, verranno ricordati i dimostrativi “sette minuti di terrore” dell’atterraggio e si discuteranno le prossime tappe della missione marziana. 

Ma qual è il bilancio di questo primo anno di Curiosity? Durante un viaggio di 1,6 chilometri (qui la mappa del tragitto), il rover ha raggiunto cinque importanti obiettivi scientifici. Uno su tutti: la scoperta che in passato l’ambiente marziano potrebbe aver ospitato la vita di microorganismi. Studiando alcune rocce formatesi in acqua, oltre a rintracciare elementi chimici necessari alla vita – quali carbonio, idrogeno, ossigeno, fosforo e zolfo – sono stati trovati minerali argillosi e una quantità non eccessiva di sale: due elementi che suggeriscono l’antica presenza di acqua fresca, probabilmente bevibile, collegata alla vita microbica. Bisogna sottolineare, però, che questa ipotesi è relativa a miliardi di anni fa; attualmente, infatti, sul pianeta rosso la concentrazione nell’atmosfera di metano (un indicatore della presenza di forme di vita) è scarsissima.

Un’altra scoperta significativa ottenuta da Curiosity è stato il rilevamento, all’interno della tratta Terra- Marte, dell’ingente presenza di raggi cosmici e particelle ad alta energia provenienti dal Sole: la loro quantità è molto superiore rispetto al limite massimo che un astronauta può sopportare e questo dato è importante per studiare i rischi cui sarà esposto un futuro equipaggio in un’eventuale missione su Marte.

Ma accanto ai traguardi già raggiunti, al rover spetta ancora diverso lavoro da fare. Curiosity è infatti diretto verso la montagna Sharp, di cui analizzerà gli strati più bassi. Proprio qui, infatti, gli scienziati confidano di trovare ulteriori indicazioni sulla presenza in passato di forme di vita: “Speriamo che questi attraenti strati conservino tracce di diverse condizioni ambientali che potrebbero aver consentito l’abitabilità del pianeta”, conclude John Grotzinger del California Institute of Technology.

Riferimenti: NASA/JPL-Caltech

Credits imagine: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Viola Rita

Giornalista scientifica. Dopo la maturità classica e la laurea in Fisica, dal 2012 si occupa con grande interesse e a tempo pieno di divulgazione e comunicazione scientifica. A Galileo dal 2017, collabora con La Repubblica.it e Mente&Cervello. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico “Riccardo Tomassetti”.

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