Una missione spaziale tutta europea finalizzata alla ricerca di pianeti poco più grandi della Terra è stata lanciata lo scorso 27 dicembre dalla base di Baikonur, in Kazakhstan. La missione finanziata dall’Agenzia spaziale francese Cnes, in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea Esa, diventerà pienamente operativa alla fine di gennaio. Il telescopio spaziale chiamato Corot (COnvection ROtation and planetary Transits) monitorerà il cielo per sei anni. Con un duplice compito: ricercare pianeti extrasolari e misurare le increspature nelle superfici di stelle molto lontane, al fine di studiarne la composizione interna.
Per il primo obiettivo, la tecnica che verrà utilizzata consiste nell’individuare i pianeti durante il loro transito davanti alle stelle parenti. L’obiettivo è quello di individuare corpi rocciosi di piccole dimensioni, difficili da osservare con telescopi terrestri. L’ombra proiettata dal pianeta sulla stella fornirà stime sulle sua grandezza. Gli astronomi, inoltre, saranno in grado di misurare la massa dall’analisi delle lievi perturbazioni gravitazionali sulla stella. Il calcolo della densità permetterà infine di discriminare la natura del pianeta: se gassosa o rocciosa. Ad oggi sono noti 209 pianeti extrasolari, ma il numero è destinato ad aumentare rapidamente quando la missione diventerà pienamente operativa. In base ai piani, nei prossimi sei anni saranno perlustrati gli intorni di 120 mila stelle.
Corot misurerà anche le increspature nella superfici delle stelle e studierà come queste influenzano la lunghezza d’onda della luce emessa. Le increspature superficiali, infatti, sono causate da onde acustiche originate in profondità. Lo studio delle increspature può apportare importanti informazioni sulla densità, la temperatura, la composizione delle stelle. (ma.ma.)
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