La malattia gli ha quasi impedito di partecipare alle nozze del figlio, gli ha quasi tolto la possibilità di tifare per i suoi Notre Dame Fighting Irish, l’ha quasi portato alla morte. Quasi. Perché agli inizi del 2016 Scott McIntyre, dopo aver lottato per più di due anni contro una forma aggressiva di linfoma (linfoma diffuso a grandi cellule B di terzo grado, DLBCL) senza guadagnare terreno sulla malattia, riceve un trattamento a base di cellule CAR-T che cambierà la sua storia. Dopo chemioterapia, trapianto, radioterapia, la partecipazione a due sperimentazioni cliniche e due ricadute, Scott riesce ad andare in remissione e a rimanerci. Per mesi, anni. Più di due quelli passati senza che il tumore si ripresenti.
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