Categorie: Società

Cervello da campioni

Campioni di playstation si nasce. Un gruppo di ricerca coordinato dallo psicologo Kirk Erickson dell’Università di Pittsburgh, negli Stati Uniti, ha dimostrato che l’abilità nei videogiochi dipende dalla grandezza di alcune aree del corpo striato, la zona del cervello che controlla l’apprendimento di nuovi compiti. Lo studio è pubblicato sulle pagine della rivista Cerebral Cortex.

Il corpo striato, corrispondente al lobo frontale del cervello è costituito da diverse piccole strutture. Grazie ad alcuni studi condotti precedentemente su animali, il gruppo di ricerca si è concentrato su tre di queste strutture in particolare: il nucleo caudato e il putamen – che controllano le abilità motorie e conferiscono la flessibilità per passare da un compito all’altro – e il nucleo accumbens coinvolto nelle reazioni emotive.

I ricercatori hanno tentato di scoprire se la maggiore o minore abilità nei videogiochi dipendesse in qualche misura dalla grandezza di queste tre strutture cerebrali. Per fare questo gli scienziati statunitensi hanno reclutato 39 volontari adulti (10 uomini e 29 donne) di età compresa tra i 18 e 28 anni che avevano speso almeno tre ore alla settimana davanti a un videogioco nei precedenti due anni, e hanno misurato le dimensioni del nucleo caudato, del putamen e del nucleo accumbens di ognuno con una risonanza magnetica per immagini. Ogni partecipante poi doveva imparare a giocare a un nuovo videogame seguendo due diverse strategie: ottenere il maggior punteggio possibile adottando sempre la stessa tattica o cambiare periodicamente strategia, massimizzando il punteggio ora in un’area del gioco ora in un’altra. Questa tattica, chiamata “addestramento a priorità variabile”, aiuta più di altre a migliorare le abilità usate nella vita quotidiana e richiede una maggiore flessibilità nel processo decisionale.

I risultati hanno dimostrato che a ottenere i risultati migliori nelle prime fasi dell’addestramento erano i partecipanti con nuclei accumbens più grandi. “In effetti – ha spiegato Erickson – questa struttura controlla l’area emotiva legata al piacere del raggiungimento di un obiettivo, un appagamento che si manifesta soprattutto nei primi stadi dell’apprendimento”. Invece, chi presentava nuclei caudati e putamen più grandi, riusciva meglio nell’addestramento a priorità variabile. “Queste due strutture sono implicate nell’apprendimento di nuove procedure e abilità; quelli con caudato e putamen più grande hanno imparato più velocemente e durante tutto il periodo dell’addestramento”, ha commentato Arthur Kramer, docente di psicologia presso il Beckman Institute for Advanced Science and Tehnlogy della University of Illinois at Urbana-Champaign. “Questo studio ci dice molto su come lavora il cervello quando cerca di imparare un compito complesso”. (m.s.)

Riferimento: doi:10.1093/cercor

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