Cervello, quanto conta l’ossido di azoto

Dimostrato per la prima volta il ruolo dell’ossido di azoto nello sviluppo del cervello dei vertebrati. Lo studio pubblicato questa settimana sul Journal of Neuroscience è stato effettuato dai ricercatori del Cold Spring Harbor Laboratory di Londra. Il gruppo di ricerca, coordinato da Grigori Enikolopov, studiando lo sviluppo cellulare del cervello dello Xenopus, una rana che vive nel sud Africa, ha verificato che quando i livelli dell’ossido di azoto venivano artificialmente abbassati, la produzione dei neuroni aumentava, producendo un cervello più grande della norma. Al contrario, al diminuire dell’ossido di azoto, la minore produzione di neuroni causava lo sviluppo di un cervello più piccolo della media. Ma non solo. I ricercatori infatti hanno scoperto che nello Xenopus il meccanismo naturale di produzione di azoto è ben più raffinato: nel mesencefalo (ovvero la porzione centrale del cervello embrionale), prima le cellule proliferano, poi si differenziano, quindi si muovono verso i lati e la parte anteriore del cervello, dove si specializzano in cellule della vista. Ma dove è localizzata allora la produzione di ossido di azoto necessaria allo sviluppo normale del cervello di un vertebrato? Secondo lo studio, questo gas non verrebbe prodotto nel mesencefalo, ma in uno strato cellulare adiacente posizionato in maniera tale da poter segnalare alle cellule quando è il momento di fermare la proliferazione cellulare e cominciare la specializzazione. E garantire così lo sviluppo delle normali dimensioni del cervello. (d.d.v.)

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