Che sonno in compagnia

La vita sociale è impegnativa e richiede un maggior numero di ore di sonno. Uno studio pubblicato su Science e condotto sui moscerini della frutta da Indrani Ganguly-Fitzgerald dell’Istituto di Neuroscienze di San Diego in California, potrebbe far luce sul significato del sonno per il cervello, anche negli organismi superiori.

Per investigare il rapporto tra esperienze sociali e sonno, Ganguly-Fitzgerald e colleghi hanno utilizzato la Drosophila melanogaster che, come molti insetti, ha una vita sociale piuttosto complessa. I ricercatori hanno diviso dei moscerini appena nati in due gruppi: quelli del primo gruppo sono stati fatti crescere assieme per 3-4 giorni, gli altri invece sono rimasti isolati uno dall’altro.

Osservando le modalità di sonno/veglia, gli scienziati hanno notato che per il sonno notturno il comportamento era identico, ma durante il giorno i moscerini del primo gruppo dormivano per quattro ore, mentre quelli isolati solo una. Per verificare che il sonno non fosse dovuto a una maggiore stanchezza fisica, hanno allora analizzato alcuni moscerini privati della vista e dell’olfatto (e quindi incapaci di interagire socialmente) e cresciuti in gruppo. In questo caso, i moscerini dormivano al pari di quelli isolati.

Ulteriori esperimenti sui moscerini hanno infine dimostrato che sopprimendo l’attività di geni coinvolti nell’apprendimento e nella memoria la differenza tra individui sociali e isolati spariva. I risultati dello studio suggeriscono quindi che il riposo durante il giorno possa essere importante per la plasticità sinaptica, ossia il processo attraverso il quale i neuroni creano nuove connessioni, agevolando l’apprendimento di nuove informazioni. (a.p.)

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