Categorie: Ambiente

Chi è Haiyan, il super-tifone delle Filippine

Venti che soffiano a oltre trecento chilometri l’ora. Onde alte cinque metri. Un milione di persone sfollate. E altri undici ad altissimo rischio. Haiyan, il super-tifone che si è abbattuto sulle Filippine, non è affatto tranquillo. E prima di arrivare sull’isola era ancora più cattivo, come racconta Accuweather. L’interazione con la terraferma ha poi causato la decrescita della velocità del vento da 315 km/h a 265 km/h, ma resta comunque una tempesta potentissima. Più o meno della portata del tristemente noto tifone Tip, la tempesta più forte mai registrata sulla Terra, che si abbatté il 12 ottobre 1979 sugli Stati Uniti.

Haiyan ha toccato terra in cinque punti, secondo l’ufficio nazionale di meteorologia filippino. Non è la prima catastrofe che colpisce la nazione quest’anno: “Tre tempeste, Nari, Utor e Krosa, classificabili come tifoni, avevano già attraversato le Filippine in precedenza”, spiega il meteorologo Eric Wanenchak, “Tutte e tre sono passate nei dintorni di Luzon, il gruppo di isole del nord delle Filippine, mentre Haiyan si è diretto verso il centro della nazione”. Gli scienziati hanno classificato il tifone nella categoria 5, la più pericolosa: oltre ai venti fortissimi, le nubi trascinate dalla furia di Haiyan hanno provocato piogge torrenziali (fino a 200 mm). In via precauzionale sono stati chiusi scuole e uffici e cancellati voli e traghetti. Per ora, secondo la Bbc, “l’estensione dei danni non è ancora chiara, anche perché le linee telefoniche sono fuori uso in molte aree”, soprattutto a causa dei moltissimi alberi caduti.

Il bollettino del National Oceanic and Atmosferic Administration (Noaa) fa notare chesono state le circostanze ambientali in cui si è sviluppato il tifone a renderlo così potente. In particolare, le acque calde del Pacifico funzionano come un vero e proprio “serbatoio” d’energia, che ha alimentato il tifone durante il suo viaggio verso le Filippine. Secondo i metereologi, Haiyan continuerà il suo viaggio in direzione nord-ovest, dirigendosi verso la Cina. La speranza è che, quantomeno, la sua potenza si riduca nel tragitto.

Credits immagine: Noaa

Via: Wired.it

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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