Chip di insulina

Il comportamento a livello molecolare dell’insulina potrebbe avere importanti conseguenze sulla ricerca medica e tecnologica. E’ quanto sostiene un gruppo di ricercatori dell’Università di Houston, coordinato dall’ingegnere chimico Peter Vekilov. Nel loro studio pubblicato sul Physical Review Letters, viene illustrato un risultato d’interesse per la scienza che si occupa della crescita dei cristalli. L’insulina, infatti, sembra essere esente da un difetto presentato da molte altre sostanze liquide, quando vengono cristallizzate. Queste manifestano lo “step bunching” (fase di ammucchiamento). In altre parole, quando le molecole di una sostanza si assemblano a formare un cristallo, si accumulano in strati ordinati ma non uniformi: vanno infatti a formare un nuovo strato prima che quello sottostante sia finito. I diversi strati competono fra di loro per il rifornimento di nuove molecole. “Questo processo è negativo”, spiega Vekilov, “e si presenta anche nello sviluppo dei cristalli semiconduttori. Ovvero, quelli usati per fare i chip dei computer. Questo ci costringe a usare ancora il silicio, e non altri materiali che avrebbero dei vantaggi superiori ma manifestano lo step bunching”. Nel caso dell’insulina, invece, gli strati di molecole sono del tutto regolari e non vi è competizione tra loro. Secondo gli scienziati, la scoperta è il primo passo per capire il comportamento di importanti molecole biologiche. Inoltre, può avere applicazioni nella creazione di nuovi farmaci e nei trattamenti per le malattie. Ma anche nella tecnologia, visto che i materiali cristallizzati sono dei componenti chiave dei chip di prossima generazione. (r.p.)

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