Categorie: Spazio

Come cambia il paesaggio marziano

Il panorama di Marte è quello di un gelido deserto battuto dal vento, con un pallido Sole che illumina, dovunque si guardi, solo dune di sabbia rossa che sembrano immobili. Eppure, contrariamente a quanto creduto finora, queste dune non sono statiche ma subiscono cambiamenti che possono anche essere bruschi e repentini. Lo ha rivelato lo strumento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della Nasa, che il prossimo mese celebrerà il suo quinto anno intorno al Pianeta Rosso. I risultati della scoperta, apparsi su Science, sono il frutto di un’intensa campagna osservativa dell’emisfero boreale, condotta nel corso di due anni marziani, ovvero quasi quattro anni terrestri.

La regione osservata da HiRISE è grande circa due volte l’Italia e si sviluppa intorno al Polo Nord del pianeta. Finora gli astronomi pensavano che si trattasse di un paesaggio molto statico, dove le dune erano state modellate in passato quando i venti soffiavano molto più intensi. Tuttavia le riprese della sonda marziana hanno rivelato un paesaggio in grande trasformazione. Fra i principali responsabili di queste variazioni vi è il ciclo stagionale dell’anidride carbonica, che passa dallo stato solido (ghiaccio secco) allo stato gassoso, destabilizzando la sabbia delle dune e provocando frane e valanghe. Un altro importante attore di questa movimentata scena sembra essere il vento. I modelli dell’atmosfera marziana mostrano tuttavia che la velocità del vento non è nemmeno sufficiente a sollevare grani di polvere. Inoltre i lander marziani, fra cui ad esempio la missione Phoenix, hanno mostrato che i venti intensi sono molto rari. “E’ possibile, però, che il tempo meteorologico al polo favorisce le alte velocità dei venti” ha dichiarato Candice Hansen del Planetary Science Institute di Tucson, autrice dello studio.
 
Nel complesso, queste grandi variazioni nel paesaggio hanno interessato circa il 40 per cento delle aree fotografate dalla sonda. Variazioni morfologiche su scale più piccole erano state osservate nell’emisfero australe del pianeta, e gli scienziati si stanno ora interrogando sulle analogie fra i due emisferi. Una nuova serie di osservazioni sono in programma per guardare con attenzione al ciclo dell’anidride carbonica, uno dei principali indiziati per spiegare il mutevole aspetto delle dune marziane. Questi studi aiuteranno i ricercatori a comprendere meglio quali regioni del pianeta possono essere state modellate da processi ancora attivi e quali invece sono il prodotto di condizioni ambientali non più esistenti. “Capire come Marte sta cambiando oggi è un primo passo cruciale per comprendere i processi planetari di base, e come il pianeta si modifichi nel tempo”, ha commentato Alfred McEwen, coautore della ricerca.

Riferimenti: Science

Il video mostra le dune congelate del Polo Nord marziano. Le immagini sono state riprese da HiRISE nel febbraio del 2010; a questo link, invece, le immagini riprese lo scorso 26 gennaio.

Massimiliano Razzano

Dopo laurea e dottorato in Fisica, ha trascorso periodi di studio in Europa e negli Stati Uniti. Attualmente lavora presso l’Università di Pisa e l’INFN, dove svolge ricerca in astrofisica delle alte energie. Alla ricerca affianca da anni la divulgazione ed il giornalismo scientifico.  Giornalista pubblicista, collabora con diverse testate fra cui Le Stelle, Le Scienze, Mente & Cervello, Nuovo Orione, Airone, e dal 2010 con Galileo.

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