Come funzionano le donazioni di sangue

Sangue sicuro per salvare le madri”. È questo il tema scelto per l’edizione 2014 della Giornata Mondiale del Donatore di Sangue, istituita nel 2004 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere la pratica delle donazioni. Non è una data scelta a caso: il 14 giugno ricorre infatti l’anniversario della nascita di Karl Lendsteiner, il medico tedesco scopritore dei gruppi sanguigni e coscopritore del fattore Rhesus,premiato con il Nobel per la medicina nel 1930. È proprio grazie a Lendsteiner se oggi le trasfusioni di sangue sono una pratica sicura: prima della sua scoperta, infatti, non tutto andava sempre per il verso giusto. Il medico tedesco notò che mescolando sangue di due persone diverse si formavano a volte degli agglomerati densi nella miscela – il processo chimico oggi noto comeagglutinazione – e ipotizzò che esistesse un numero definito di tipi di sangue, alcuni compatibili tra loro e altri no, in base alla presenza e al tipo di antigeni localizzati sulla superficie dei globuli rossi. L’intuizione si rivelò esatta, come oggi sappiamo bene: in base al tipo di antigeni, il sangue è classificato in quattrogruppi sanguigni diversi (A, B, AB, 0) e per ognuno di essi è nota lacompatibilità con i rimanenti, il che scongiura il pericolo di agglutinazione.

Lo scambio di sangue, comunque, era noto e praticato secondo diverse modalità già nei tempi antichi. Con un pizzico disuperstizione in più rispetto a oggi: l’espressione omerica “bagno di sangue”, per esempio, indicava l’immersione di un soggetto in una vasca colma di sangue di animali uccisi allo scopo difortificare l’individuo. Si riteneva, infatti, che la pratica trasferisse all’uomo le caratteristiche dell’animale cui era stato tolto il sangue – il toro per la forza e l’agnello per la mansuetudine, per esempio. Stesso discorso per il sangue umano: Ovidio, nelle sue Metamorfosi, raccontava che la maga Medea consigliasse alle figlie del vecchio Pelia di “aprirgli le vuote vene e di riempirle con sangue di un giovane” (“stringite, ait, gladios veteremque haurite cruorem ut repleam vacuas juvenili sanguine venas”). Come dicevamo, comunque, a volte qualcosa andava storto. Il caso più famoso è il tentativo di trasfusione su papa Innocenzo VIII: il suo medico, nel 1492, acquistò tre bambini di dieci anni e trasferì il loro sangue nelle vene di Sua Santità. Peccato che il papa morì la sera stessa, quasi sicuramente a causa dell’agglutinazione. Del medico non si seppe più nulla.

Al giorno d’oggi, per fortuna, non potrebbe succedere niente di tutto questo. La regolamentazione sulle donazioni di sangue è estremamente stringente e garantisce la massima sicurezza sia per il donatore che per il ricevente. Il decreto ministeriale del 3 marzo 2005, in particolare, prevede che il candidato donatore abbia età compresa tra i 18 e i 60 anni e peso non inferiore ai 50 kg. Deve essere inoltre normoteso (pressione minima tra 60 e 100 mm di mercurio e massima tra 110 e 180 mm) e il suo cuore deve battere in modo ritmico e regolare tra le 50 e le 100 volte al minuto. L’emoglobina non deve essere inferiore a 12,5 g/dL nelle donne e 13,5 g/dL; in ogni caso, prima della trasfusione, il donatore è tenuto a sostenere un colloquio privato con un medico, che ne verifica lo stile di vita.

Verificato che sia tutto in ordine, si può procedere con la donazione, ricordandosi che è meglio presentarsi a digiuno, o dopo una leggera colazione priva di cibi solidi. La procedura dura tra i 5 e i 10 minuti, in cui si dona all’incirca mezzo litro del proprio sangue. La quantità prelevata da ogni singolo donatore viene definita unità di sangue (450 ml precisamente), e ne serve circa una ogni 1.000 persone per provvedere ai fabbisogni medici della popolazione: oltre 2.400.000 unità per una nazione come l’Italia. Per fortuna dal 2000 il nostro Paese ha raggiunto l’autosufficienza per quanto riguarda il fabbisogno di sangue, ma le donazioni annue oscillano sempre intorno alla minima quota sufficiente, e aumentare il numero dei donatori rimane quindi ancora oggi un obbiettivo di primaria importanza.

Per questo anche quest’anno l’Avis (Associazione Volontari Italiani del Sangue) organizzerà diverse iniziative in occasione della giornata mondiale dei donatori. Il titolo della campagna 2014 è “la prima volta”, perché oltre a rivolgersi a pazienti e donatori abituali, questa volta i volontari dell’Avis sono intenzionati a raggiungere i moltissimi potenziali donatori che ancora non conoscono questa importante forma di solidarietà.

Preparatevi quindi, perché a mezzogiorno esatto del 14 giugno, nelle stazioni ferroviarie di moltissime città d’Italia andrà in scena il flashmob dei volontari dell’Avis. Se siete intenzionati a partecipare, dovete procurarvi una maglietta rossa, comunicare la vostra adesione indicando nome, cognome e numero di telefono all’indirizzo: info@avismi.it, ma soprattutto, allenarvi un po’ con al coreografia.

Via: Wired.it

Credits immagine: Canadian Blood Services/Flickr

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