Categorie: Vita

Come nascono i falsi ricordi

Non importa quanto siamo bravi a ricordare le cose: anche le persone con una memoria straordinaria risultano essere soggette alla distorsioni della memoria, ossia alla creazione di falsi ricordi. A svelarlo è uno studio condotto da Lawrence Patihis e i suoi colleghi della University of California, per stabilire finalmente se gli individui affetti da ipertimesia siano immuni a questo tipo di alterazioni delle funzioni mnemoniche.

L’ipertimesia, o Hmas (Highly Superior Autobiographycal Memory) è una condizione per cui l’individuo possiede una memoria autobiografica superiore, che gli permette di ricordare con precisione la maggior parte degli eventi vissuti nella propria vita con un gran numero di dettagli (anche apparentemente irrilevanti, come il giorno della settimana), a partire dall’infanzia. Si tratta di una sindrome estremamente rara (sinora solo 21 casi sono stati accertati), e proprio per questo ancora in parte oscura. Per studiare meglio la condizione, e le alterazioni mnemoniche a cui potrebbe essere soggetta, gli scienziati hanno condotto una ricerca che confrontava la vulnerabilità ai falsi ricordi di 58 candidati, 38 dei quali con una memoria considerata normale, e 20 ipertimesici. 

Per misurare le distorsioni della memoria, i ricercatori hanno mostrato ai partecipanti delle liste di parole e una presentazione fotografica, invitandoli poi a rispondere a una serie di domande su quello che ricordavano di aver visto, tra cui, per esempio, una che induceva a riferire di aver visto le immagini di un incidente aereo (che in realtà non erano state mostrate). I dati raccolti hanno inaspettatamente mostrato che i partecipanti ipertimesici sono risultati vulnerabili ai falsi ricordi allo stesso modo dei candidati non affetti dalla sindrome, mostrando anzi a volte una sensibilità ancora maggiore ad essi durante alcuni degli esperimenti. La ricerca ha anche fornito preziose informazioni sull’ipertimesia, suggerendo che gli individui che ne sono affetti ricostruiscano i loro ricordi tramite dei raggruppamenti associativi e dall’incorporazione di informazioni successivamente all’evento.   

“Lo studio suggerisce che i meccanismi di memoria ricostruttiva che producono le alterazioni mnemoniche siano comuni e molto diffusi negli esseri umani”, ha commentato Patihis. “Molto probabilmente, nessuno è davvero immune alla creazione di falsi ricordi”. Se confermato da ulteriori analisi, questo potrebbe avere importanti conseguenze in moltissimi campi, tra cui la psicologia clinica e, soprattutto, il sistema legale, che si basa enormemente sui ricordi delle persone chiamate a testimoniare.

Riferimenti: PNAS doi: 10.1073/pnas.1314373110
Credits immagine: jef safi/Flickr

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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  • È comprensibile la manipolazione dei ricordi perché il richiamare in mente o il fissare in mente un avvenimento, una immagine, un profumo , una stimolazione siamo condizionati dal significato che diamo allo stimolo.La soggettività può determinare un valore del tutto personale allo stimolo ed alle connessioni con la creazione ex novo del significato

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