Un’unica equazione può prevedere il comportamento di fenomeni atmosferici come mulinelli di sabbia, tornado e cicloni. E questo modello matematico conferma quanto già previsto da altri studi, sebbene non completamente condiviso: a causa dell’aumento della temperatura media della superficie terrestre, andremo incontro a tempeste sempre più violente. Lo studio è dell’Università del Michigan, condotto da Nilton Renno, docente di scienze atmosferiche e collaboratore della Nasa per la missione Mars Phoenix Lander, ed è stato pubblicato sulla rivista svedese Tellus A.
I vortici come tornado e cicloni sono fenomeni che coinvolgono la troposfera, la porzione più bassa dell’atmosfera terrestre, e possono essere descritti con il principio di Daniel Bernoulli, scienziato svizzero che visse nel Settecento. La legge prevede che, quando il vento aumenta in velocità, la pressione dell’aria diminuisce (esattamente quello che avviene sulla parte superiore dell’ala di un aereo e che consente il volo). Lo stesso principio si applica alla dinamica dei vortici.
Rispetto alla legge di Bernoulli, Renno ha inserito due fondamentali parametri: l’energia che alimenta la tempesta (legata alla temperatura e all’umidità dell’aria) e l’intensità dell’attrito prodotto dal vento, che tende invece a renderla più debole. Secondo il ricercatore, grazie a questo nuovo modello termodinamico, che unifica diverse classi di fenomeni, potremmo predire con maggiore precisione il comportamento di tutti i tipi di vortice in funzione delle condizioni ambientali.
Per esempio se la tempertura media terrestre continua ad aumentare, sostiene Renno, dovremo affrontare tempeste sempre più distruttive: un incremento di circa 2 gradi centigradi le renderebbe più potenti del 10 per cento. Una maggiore temperatura, infatti, aumenta l’efficienza dei vortici e la conseguente capacità di trasformare l’energia in vento. (a.g.)