Perché ci serve conoscere la matematica, ogni giorno

Per molti troppo complicata e lontana, tra i banchi di scuola come nella vita quotidiana la matematica intimorisce più di altre discipline. In Italia soprattutto, tra i paesi europei con il livello più basso di cultura scientifico-matematica. Invece, sono numerosissimi gli studi che mostrano come le competenze matematiche ci aiutano ogni giorno e in diversi ambiti: dal valutare i rischi di un investimento finanziario al tenere sotto controllo il bilancio familiare, e persino a scegliere uno stile di vita migliore, più sano. Cosa può migliorare il nostro rapporto con i numeri e con quali vantaggi? Un articolo apparso su Plos One mostra come un semplice intervento di natura psicologica sia stato in grado di cambiare l’atteggiamento verso la matematica in alcuni studenti in psicologia, permettendo loro di ottenere risultati migliori in un corso di statistica, ma anche benefici nella vita privata.

La ricerca di Ellen Peters, professoressa di psicologia all’Università dell’Ohio, e dei suoi collaboratori, ha coinvolto 221 studenti del corso universitario di statistica in psicologia, obbligatorio nel loro percorso di studi. Gli studenti sono stati sottoposti prima dell’inizio del corso ad questionario per valutarne competenze matematiche (numeracy), oggettive e soggettive, finanziarie e scientifiche, atteggiamento verso la matematica (ansia, stereotipi di genere, intenzione di seguire altri corsi di matematica) e comportamenti relativi alla salute e alla prevenzione (vaccinazioni, fumo, uso di preservativi nei rapporti occasionali…).

Raccolte queste informazioni, i partecipanti sono stati divisi in due gruppi e chiamati a condurre un esercizio di affermazione dei valori: dopo aver classificato per importanza gli elementi di una lista di sei valori (rapporto con la famiglia e gli amici, spiritualità, politica, bagaglio di conoscenze personali, economia, arte) gli studenti del primo gruppo hanno dovuto motivare, in un testo scritto in 10-15 minuti, la scelta del valore da loro ritenuto più importante, quelli del secondo gruppo (o di controllo) spiegare nella stessa modalità perché il valore per loro meno importante potrebbe invece essere invece il primo nella classifica di altri. Ad entrambi i gruppi, è stato chiesto di ripetere l’esercizio due volte: dopo due settimane e quattro settimane dall’inizio del corso. Inoltre, alla fine del corso, anche la valutazione di attitudini, competenze e stile di vita è stata ripetuta, per stimare l’impatto del corso sugli atteggiamenti degli studenti.

Rispetto agli studenti del gruppo di controllo, quelli chiamati ad affermare i loro valori hanno ottenuto votazioni migliori nell’esame di statistica. Inoltre, anche se la percezione soggettiva delle loro competenze matematiche non è cambiata, le loro valutazioni oggettive sono migliorate. Gli studiosi ritengono che la semplice consapevolezza di cosa sia davvero importante abbia aiutato gli studenti ad approcciarsi con più fiducia e positività allo studio della statistica, consentendo loro di riuscire meglio dei compagni. Inoltre, le nozioni di probabilità apprese durante il corso sono state trasferite dagli studenti anche lontano dalle aule universitarie, ad esempio al momento di prendere decisioni con un impatto sulla propria salute, come fumare o meno un’altra sigaretta o indossare un preservativo, o di tenere gestire al meglio la propria carta di credito. La numeracy aiuterebbe quindi a valutare le situazioni in modo più oggettivo, meno influenzato dalle emozioni, con benefici nel quotidiano anche per chi non ha intrapreso una carriera in ambito tecnico-scientifico.

Riferimenti: PLOS ONE

Elisa Liberatore

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