Il reddito non conta e lo stile di vita neppure: dal mendicante al miliardario ogni cittadino statunitense contribuisce, pro capite, a emettere più del doppio di anidride carbonica rispetto a qualsiasi altro abitante del pianeta. Certo, il consumo aumenta in proporzione al reddito disponibile: ma, al di là di questa progressione logica, esiste un altissimo livello di consumo energetico medio in grado di accomunare tutta la popolazione: tanto bambini e pensionati quanto monaci buddisti e militari. A stabilirlo è una ricerca condotta da una classe di studenti del Massachusetts Institute of Technology (Mit) che verrà presentata a maggio durante l’International Symposium on Electronics and the Environment di San Francisco.
“Per quanto possa stupire, indipendentemente dall’agiatezza economica di ogni americano, abbiamo calcolato una soglia base di produzione individuale di gas serra che è risultata la più alta del mondo”, afferma Timothy Gutowski, responsabile della ricerca: “Questo perché i principali responsabili di un tasso così elevato di inquinamento sono risultati quei servizi della pubblica amministrazione a disposizione di tutti: come la polizia, il sistema stradale, le biblioteche, la giustizia e l’esercito. Altri consumi energetici più specifici, invece, come quelli dovuti al sistema scolastico o sanitario, sono stati attribuiti solo a chi ne fa realmente uso”.
Gli studenti del Mit hanno condotto interviste sui consumi energetici legati a 18 diversi stili di vita: dai bambini, ai vegetariani ai miliardari alla Bill Gates. La media annuale di emissioni di biossido di carbonio a persona è stata valutata pari a 20 tonnellate, a fronte di una media mondiale di quattro tonnellate. Il livello minimo che ha riguarda tutti – senzatetto compreso – è risultato, però, di 8,5 tonnellate. Il calcolo ha considerato anche fattori inusuali. Come “l’effetto rimbalzo”: ovvero, quell’inquinamento prodotto da chi apparentemente fa scelte ecologiche – come un’auto ibrida – per poi “compensare” con viaggi in aereo (magari pagati col denaro risparmiato in benzina).
“Il problema è la quantità dei consumi e, in tal senso, l’energia, il cibo e i trasporti sono le voci più pesanti” conclude Gutowski. “La strada d’intervento più semplice sarebbe aumentare le tasse su queste tipologie di beni: una pillola difficile da digerire e che la maggior parte delle persone, a partire dai politici, riterrebbe inaccettabile. Ciò non toglie, tuttavia, che l’emissione di gas serra vada comunque abbassata e che, per riuscirci, siano essenziali forti politiche di contenimento da adottare sia volontariamente sia a livello nazionale”. (l.s.)
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