Riuscire a colmare la distanza che separa l’Africa dalla comunità scientifica internazionale: a proporre un modello di intervento per vincere quella che il premio Nobel per la fisica, David Gross, ha definito la vera grande sfida del progresso è l’Aims, l’African Institute of Mathematical Sciences che, a quattro anni dalla sua fondazione, traccia un primo, lusinghiero bilancio. Tanto che Nature Materials di novembre dedica all’iniziativa un articolo e l’editoriale.
Situato a Muizenberg, vicino Cape Town (Sud Africa), l’istituto – nato dalla partnership tra le università di Oxford, Cambridge e Paris-Sud XI e gli atenei africani di Cape Town, Stellenbosch e Western Cape – offre corsi di perfezionamento post-laurea in matematica applicata della durata di nove mesi a gruppi selezionati tra i più brillanti laureati di tutto il continente. Particolarmente coinvolte in questo progetto sono la facoltà di matematica di Cambridge e la divisione di scienze di Oxford. Dal 2003 ad oggi sono 160 gli studenti che hanno completato con successo il percorso di formazione. Nell’anno accademico in corso, invece, i frequentanti sono 52, un terzo dei quali donne, selezionati da 20 diversi paesi.
Obiettivo dell’Aims è rafforzare le competenze matematiche dei partecipanti e, e al contempo, fornire loro una panoramica esaustiva sugli sviluppi più all’avanguardia in campo scientifico. Il corso, suddiviso in tre fasi, affronta, così, uno spettro di materie diversificate che va dalla meccanica quantistica alla bioinformatica, alla fluidodinamica, fino alle teorie per l’analisi del mercato azionario. “Il nostro obiettivo è offrire agli studenti un centro d’eccellenza strettamente orientato ad affrontare i diversi bisogni dell’Africa”, afferma il direttore dell’Aims, Fritz Hahne: “abbiamo menti brillanti, ma la maggior parte delle 700 università di questo continente hanno subito decenni di declino e di abbandono e oggi si avverte un disperato bisogno di una nuova generazione di docenti e ricercatori”. (l.s.)
