Cosa ci riserva la scienza nel 2016

Homo naledi, Plutone, Crispr, vaccino contro ebola. Il 2015 è stato un anno niente male per la scienza. Ma, fatti i dovuti bilanci, è già tempo di guardare al futuro: come ha raccontato Elizabeth Gibney sul blog di Nature, scienziati e ricercatori di tutto il mondo, infatti, hanno in serbo parecchie sorprese per il 2016, a partire dalle proposte per ridurre le emissioni di gas serra, le nuove tecniche di ingegneria genetica, la conquista del pianeta rosso e l’identificazione di nuove particelle elementari. Eccovi le promesse più interessanti.

CO2 addio
È uno dei più grandi problemi che il mondo si trova a dover risolvere. Il cambiamento climatico (innegabilmente) in atto è (innegabilmente) dovuto all’attività umana, in particolare alle emissioni nell’atmosfera di gas serra che provocano il surriscaldamento del pianeta. A questo proposito, una delle sfide scientifico-tecnologiche più intriganti è quella lanciata da Climeworks, un’azienda svizzera che nel 2016 tenterà per la prima volta al mondo a catturare anidride carbonica dall’atmosfera per rivenderla a serre e vivai. A partire da luglio prossimo, Climeworks aspirerà circa 75 tonnellate di CO2 ogni mese nei dintorni di Zurigo; la seguirà a ruota Carbon Engineering, azienda canadese che proverà a convertire in combustibile l’anidride carbonica aspirata dall’atmosfera.

Crispr e oltre
Come vi abbiamo raccontato, negli ultimi anni la scienza ha fatto enormi passi avanti nel campo dell’ingegneria genetica. La tecnica Crispr/Cas9, per esempio, ha reso possibile modificare il dna con precisione e facilità senza precedenti – tanto da guadagnarsi la menzione di Science come rivelazione dell’anno. Il 2016, auspicabilmente, sarà anche meglio: l’azienda californiana Sangamo Bioscences, per esempio, testerà l’utilizzo di enzimi specifici per correggere un difetto fenetico che causa l’emofilia, mentre i colleghi di Biogen, di Cambridge, Massachusetts, avvieranno un trial clinico per studiare gli stessi enzimi nel trattamento della talassemia. L’appuntamento più importante del 2016, però, non è di natura strettamente scientifica: ricercatori ed esperti in bioetica saranno chiamati a redigere delle linee guida che garantiscano la sicurezza e l’eticità delle pratiche di ingegneria genetica.

Alla ricerca delle onde (gravitazionali)
Dopo l’individuazione dello sfuggente bosone di Higgs, la sfida più intrigante della fisica sperimentale odierna è nella ricerca delle onde gravitazionali, previste esattamente un secolo fa da Albert Einstein. Si tratta di perturbazioni dello spazio-tempo causate dalla presenza di corpi dotati di massa, come buchi neri, stelle e pianeti: a cercarle sarà (tra gli altri) Advanced Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory), un osservatorio astronomico della Lousiana costato ben 620 milioni di dollari e dedicato esclusivamente alle onde gravitazionali. Nel frattempo, anche Lhc, l’acceleratore di particelle del Cern di Ginevra (responsabile, per l’appunto, della rilevazione del bosone di Higgs), continuerà nella sua ricerca di nuove particelle per completare – o sfatare – il quadro teorico del Modello standard, che descrive le interazioni tra tutte le particelle conosciute.

Verso Marte e oltre
Il 2016 dovrebbe essere un anno estremamente interessante anche dal punto di vista dell’astrofisica e dell’esplorazione spaziale. Il National Space Science Center cinese, dopo il successo del lancio del Dark Matter Particle Explorer, farà decollare due nuovi missioni dedicate esclusivamente alla ricerca della materia oscura. A giugno, inoltre, sarà lanciato il primo satellite che dovrà testare un protocollo di telecomunicazioni quantistiche; a fine anno dovrebbe volare anche lo Hard X-ray Modulation Telescope, osservatorio spaziale dedicato all’analisi della radiazione proveniente da buchi neri e stelle di neutroni. A settembre la Cina ultimerà la costruzione dello Aperture Spherical Radio Telescope, che, con i suoi 500 metri di diametro, diventerà il radiotelescopio più grande al mondo. E poi il pianeta rosso: nel 2016 le orbite di Terra e Marte porteranno i due pianeti molto vicini tra loro, creando le condizioni perfette per un viaggio spaziale. La missione ExoMars 2016, collaborazione tra l’Agenzia spaziale europea e Roscosmos cercherà di sfruttare al massimo l’occasione: il decollo è previsto per marzo, e lo scopo è di studiare i gas dell’atmosfera marziana e testare la tecnologia per un futuro ammartaggio. Incrociamo le dita.

Via: Wired.it

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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