Cosa guida i movimenti degli storni?

Anche per chi vive in città non è difficile osservare nel cielo le coreografie disegnate dagli stormi di storno (e perdonateci il Calembour), un uccello gregario diffuso in quasi tutto il mondo. Ma cosa guida gli storni nei loro movimenti? Come si coordinano con i compagni di volo? In uno studio pubblicato di recente sui Proceedings of the National Academy of Science, tre ricercatori inglesi dell’Università di Warwick suggeriscono che questi uccelli si muovono in modo da raggiungere la massima densità alla quale hanno ancora una buona visuale dello spazio circostante. Questo avviene quando gli uccelli ricevono la luce da molte direzioni, condizione nota come “opacità marginale”, e sono quindi i cambiamenti nel rapporto tra le zone di ombra e quelle di luce a dire agli uccelli come volare.

 

I modelli che avevano in precedenza tentato di spiegare il volo degli storni ipotizzavano uno scambio di informazioni tra gli uccelli che volano vicini. Secondo i ricercatori dell’Università di Warwick, però, le interazioni locali da sole non riuscirebbero a spiegare come facciano gli stormi a controllare la propria densità.

Per questo, gli scienziati inglesi hanno deciso di verificare la loro ipotesi basata sull’opacità marginale utilizzando una simulazione al computer. Degli “storni virtuali” sono stati quindi programmati in modo da seguire il compagno più vicino e spostarsi verso la zona dello stormo dalla quale hanno accesso al maggior numero di informazioni. I risultati dell’esperimento hanno dimostrato che programmati in questo modo, gli storni virtuali si uniscono in gruppi compatti e si muovono in modo sovrapponibile a quello degli uccelli reali.

Riferimenti: Proceedings of the National Academy of Sciences doi: 10.1073/pnas.1402202111

Credits immagine: Bruno/Flickr

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